Giulia Pratelli, intervista: ‘Mi ha sempre affascinato la capacità di usare le parole come elemento fondamentale della scrittura musicale’

Giulia Pratelli

Giulia Pratelli, cantautrice magnetica e intensa, un’artista con un temperamento introspettivo e una voce incredibile. Ha più volte attirato l’attenzione di grandissimi artisti quali Fiorello (che l’ha accolta nel cast della sua Edicola Fiore), Enrico Ruggeri e Grazia De Michele. Negli anni è stata ospite dei concerti di Marco Masini, Edoardo Bennato, Diodato e Mirkoeilcane.

Ha creato e organizzato “Come è profondo il mare“, uno spettacolo in omaggio alla musica di Lucio Dalla, insieme a Tommaso Novi, Giorgio Mannucci e Luca Guidi. Nell’estate 2020 ha aperto i concerti di Paolo Benvegnù, nello stesso anno è entrata a far parte della scuderia di Blackcandy.

Da Martedì 11 gennaio, è fuori il suo nuovo album, “Nel Mio Stomaco” è disponibile su tutte le piattaforme di streaming.

Abbiamo raggiunto la cantautrice Giulia Pratelli, nel corso dell’intervista ha raccontato molti aspetti inediti del suo nuovo disco e del suo percorso artistico.

Quando hai percepito la valenza della musica nella tua vita? Ricordi una scintilla che ha orientato il tuo approccio al mondo artistico?

Ricordo di avere sempre adorato la musica e il canto: da piccola imparavo i brani a memoria e li cantavo in giro per casa, soprattutto quando non ero vista da nessuno (o almeno credevo). Sicuramente l’aver iniziato a comporre da sola i miei brani ha cambiato le cose e mi ha fatto percepire con più urgenza la voglia di fare musica e di provare a trasformare questa passione in un lavoro.

I tuoi brani arrivano direttamente al cuore, quanto sono autobiografici?

Molto, nel senso che anche quando non riguardano cose che ho vissuto direttamente raccontano il mio modo di vedere ciò che accade attorno a me.

Quali artisti hanno influenzato in particolare il tuo background musica?

Sono appassionata alla musica delle cantautrici e dei cantautori, perché mi ha sempre affascinato la capacità di usare le parole come elemento fondamentale della scrittura musicale. Se dovessi fare dei nomi direi Carmen Consoli, Ivano Fossati, Niccolò Fabi…

Giulia Pratelli

Hai ricevuto un riconoscimento molto importante, ti è stato conferito il premio “Miglior testo” al Premio Bianca D’Aponte, cosa ha rappresentato per te un traguardo così significativo?

E’ stata un’emozione davvero grande, quel palco ha una magia tutta sua e il clima che si era creato quella sera era davvero particolare. Sono stata felicissima che il mio brano sia stato apprezzato da grandi professionisti del settore musicale.

Fiorello ti ha accolta nel cast della sua Edicola Fiore, cosa ricordi dell’esperienza?

Tutto, è stata un’avventura incredibile e folle allo stesso tempo, sicuramente inimmaginabile inizialmente. Sono davvero grata a Rosario per tutto, custodisco gelosamente quei ricordi e quelle emozioni e resteranno con me per sempre.

Hai ideato e realizzato un meraviglioso omaggio alla musica di Lucio Dalla, come hai vissuto lo spettacolo “Come è profondo il mare”? In quale canzone del maestro Lucio Dalla ti rispecchi maggiormente?

E’ una delle cose di cui sono più orgogliosa, pensata e realizzata insieme a Luca Guidi, Tommaso Novi e Giorgio Mannucci. La nostra passione per le canzoni di Dalla ci ha uniti e ci ha regalato bellissimi concerti, che speriamo di riprendere quanto prima.

Ai tempi del covid, nel corso dell’estate del 2020, hai aperto i concerti di Paolo Benvegnù. Com’è stato ritornare sul palco durante la pandemia?

Una sensazione strana ma liberatoria, bella. Sono stata anche molto fortunata perché il pubblico di Paolo è gentile e accogliente, è stato un ritorno dolce e pieno di emozione.

Giulia Pratelli

“Nel Mio Stomaco” è un brano spiazzante e disarmante, è il brano eponimo, ha il medesimo titolo dell’album, com’è avvenuta la scelta di un titolo così emblematico?

E’ stato naturale, dopo aver scritto il brano, decidere di intitolare così sia quello che il disco intero. Volevo che l’idea di riconoscere lo stomaco, la pancia, come centro emotivo del nostro corpo racchiudesse tutto ciò che avevo scritto per quell’album e allo stesso tempo volevo sottolineare quanto quei brani provenissero proprio da lì, dalla pancia.

Com’è nata la tua collaborazione con il grandissimo Sergio Vallarino, Zibba? Quanto ha arricchito il tuo nuovo disco?

Ci siamo conosciuti proprio all’EdicolaFiore e poi siamo rimasti in contatto e diventati amici. Per me Zibba rappresenta un punto di riferimento importantissimo, sa sempre arricchire le cose che scrivo senza stravolgere nulla, aiutandomi a mettere a fuoco tutto.

Il brano “Qualcuno Che Ti Vuole Bene” vanta una collaborazione d’eccezione, come ha preso forma il featuring con Bianco?

Grazie all’amicizia comune con Zibba, che ci ha messi in contatto. Bianco ha accettato di collaborare con grande gentilezza e ha scritto le strofe in cui canta da solo… è una cosa che mi ha resa davvero felice e che ha dato al brano una completezza e un’unicità che prima non aveva.

“Autunno” è un viaggio, immensamente introspettivo e intimista, “per promettere e poi mantenere… rallentare e ripartire”, nosce te ipsum, il presente assorbe il passato verso nuovi orizzonti futuri, o ogni stagione della vita rappresenta un capitolo a sé?

Credo sia impossibile pretendere di vivere una stagione della vita come un capitolo completamente a sé stante. Tutto il percorso che facciamo (e che faremo) parla di noi e racconta la nostra storia. Senza lasciare che passato diventi una gabbia per il presente,  mi sembra giusto raccoglierne i frutti e apprezzare le radici che abbiamo piantato, anche quando è il momento di spostarle in un terreno nuovo.

“Tutti Hanno Ragione” è una canzone caratterizzata da un messaggio molto importante, tra i tanti giudizi la sola cosa davvero importante è provare a volersi bene per rinascere, “Avevo spalle forti, ma non ci si abitua mai, tutti hanno ragione. Ma tu come stai?”… quanto conta amare se stessi per realizzare i proprio sogni? Quanto è fondamentale ascoltare le proprie emozioni, planare sui giudizi, per respirare davvero?

Penso che conti tantissimo, anche se non è facile. Per amarsi bisogna conoscersi e il percorso può essere lungo e faticoso… ma credo ne valga la pena.

“Un bacio sulla fronte quando arrivo a casa… Vedere meglio da lontano tutti i fiori che continuo a coltivare… ti prometto che ritorno indietro per vedere quanto riesco a camminare, per sentire quanto possono mancare tutti i fiori che continuo a coltivare. Ho paura di aver perso troppo tempo, di deluderti e di farti male, di deludermi e di farmi male”, il brano “Non Ti Preoccupare” come una favola moderna consente di lasciarsi portare lontano dai ritmi frenetici, tra elucubrazioni, impegni ed emozioni, la distanza amplifica i sentimenti? Il tempo stesso che dedichiamo ai nostri fiori aumenta il loro valore?

Sicuramente, almeno nel mio caso, è il tempo sospeso del viaggio a dare un’aura nuova ai sentimenti e a gettare una luce diversa su quelle che sembravano essere certezze. Il tempo è un elemento importantissimo, penso sia vero che “è il tempo che hai perso per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante” e che grazie ad esso si accumulino nuovi elementi, nuove esperienze che ci permettono di scegliere meglio quali fiori e come coltivarli.

Le tue canzoni comunicano messaggi autentici, forti e universali, quanto avverti la responsabilità dei messaggi che trasmetti ai tuoi estimatori?

Credo che la mia scrittura più che dare dei veri e propri messaggi condivida un punto di vista, un modo di guardare le cose. Tutti noi abbiamo una responsabilità nel nostro comunicare… cerco di essere corretta e rispettosa e spero che chi ascolta le mie canzoni possa sentirle emotivamente vicine e farsele amiche.

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