GALUP, da XFactor al nuovo singolo “Tombola” feat CLAVER GOLD, intervista: “Tutto il concept della mia valorizzazione artistica e culturale con i miei progetti è stata ispirata dall’esperienza fatta al Jova Beach Party nel 2019. Jovanotti è una bella persona”

Galup

Galup, il suo vero nome è Alberto Galuppini, nato a Montichiari (BS), classe 1992, è un artista che sancisce una nuova era, le sue canzoni sono cariche di emozioni e realtà.

Il nuovo singolo di Galup si intitola “Tombola“, vanta la prestigiosa collaborazione di Claver Gold, un brano sottile e intelligente. Inoltre nel ritornello è palese una citazione all’intramontabile successo “La vida tombola” di Manu Chao.

Abbiamo raggiunto Galup per un’esclusiva intervista densa di segreti, novità e ricordi.

Galup, qual è la genesi del tuo nome d’arte?

Il nome Galup nasce come un soprannome, chiamandomi Galuppini, è una semplice abbreviazione che mi sono portato con me da quando sono ragazzino. La cosa curiosa è che nel 2018 ho scoperto grazie agli Africa Unite, storica reggae band piemontese, che in dialetto torinese galúp significa goloso, e sinceramente mi rispecchio molto in questo significato.

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Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

Il mio primo ricordo della musica è legato alle scuole superiori, dove durante le lezioni scrivevo i miei primi sfoghi adolescenziali tra gli appunti dei “I Promessi Sposi”.

Quanto avverti la responsabilità dei messaggi che comunichi attraverso la tua musica?

Per me comunicare è fondamentale e lo comprendo sempre più giorno dopo giorno, credo che la mia gente sia cresciuta con me, siamo cresciuti insieme anno dopo anno, e sento dentro di me la responsabilità di una comunicazione che deve essere alternativa agli standard dei personaggi di plastica. La coerenza è la mia forza più grande, scrivo ciò che vivo e vivo ciò che scrivo, da sempre.

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La redazione di X Factor ti ha invitato ai casting, grazie alla tua partecipazione agli home visit dell’edizione 2013 del prestigioso talent show, cosa porti con te dell’esperienza?

L’ esperienza ad X Factor mi ha reso la persona che sono ora, mi ha dato modo di capire determinati meccanismi, ed ha sicuramente fortificato il mio carattere e la mia fiducia in me stesso, permettendomi di evolvere in fretta.

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In seguito il grande pubblico ha iniziato ad apprezzarti sempre più. Come vivi il rapporto con i tuoi estimatori?

Il mio rapporto con i fan è diretto e non è falso, questo mi lega a loro come amico e non come simbolo, ci amiamo a vicenda da quando il percorso musicale è iniziato.

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Il tuo primo album ufficiale si intitola “Libero”, quanto ritieni che la musica possa essere fondamentale per sprigionare te stesso senza alcuna riserva?

“Libero” è stato il mio primo album ufficiale, e il rischio che mi sono preso è proprio stato quello di uscire dagli schemi, cosa che tutt’ora mi sta portando molta fortuna, credo che la libertà di espressione sia la massima aspirazione artistica per qualsiasi essere umano. Scegliere di esprimersi liberamente è una sfida e combattere per i propri ideali premia noi stessi e soprattutto le generazioni future.

Nel brano “Mondo migliore” hai collaborato con un artista estremamente talentuoso, come hai conosciuto Mr.Rain?

Siamo amici da sempre, fin da ragazzini, gli voglio bene ma le occasioni differenti hanno diviso le nostre strade. La mia musica è iniziata con lui, tra un caffè e l’altro, sfogandoci a vicenda sulle ingiustizie della vita, chiedendoci sempre : “Ma quando ce la faremo ad emergere?“

Hai aperto i concerti di artisti del calibro di Alborosie, Boomdabash, Mellow Mood, Ghemon, SOJA e Africa Unite, com’è stato condividere il palcoscenico con dei pilastri della musica? Con quali artisti sei ancora oggi in contatto?

Aprire dei concerti a dei fenomeni mi ha dato modo di crescere artisticamente, però purtroppo il reggae parla di unione ma questa non c’è molto all’interno della nostra scena, è sicuramente qualcosa che mi dà ancora più voglia di fare del mio meglio per tramandare alle generazioni future un concetto di coerenza molto più reale e puro.

Ti sei esibito sul palcoscenico del Jova Beach Party insieme a Jovanotti a Viareggio, davanti a oltre 40.000 persone. Qual è la più grande lezione che hai appreso da Jovanotti?

Umiltà, carica, energia, un fiume in piena. Tutto il concept della mia valorizzazione artistica e culturale con i miei progetti è stata ispirata dall’ esperienza fatta al Jova Beach Party nel 2019. Jovanotti è una bella persona.

Il tuo nuovo singolo feat CLAVER GOLD,  “Tombola”, è un brano intenso e magnetico denso di significato. Come ha preso forma il brano?

Il brano nasce da un’idea di Claver Gold che mi ha dato l’ input che poi per me è stato fondamentale per concepire tutto l’album a cui stiamo lavorando e soprattutto La Vida Tombola di Manu Chao è stata la grande ispirazione che mi ha dato l’idea di creare questo nuovo genere che fonde il reggae con l’hip hop.

Il videoclip di “Tombola” è parte integrante di un progetto rivolto alla valorizzazione ambientale e culturale. Quanto credi che una mentalità green passi attraverso la consapevolezza? Emanciparsi per preservare il nostro pianeta è un compito fondamentale da assumere?

Sembra sempre che non si possa far nulla contro il sistema, io invece credo che la sfida più grande sia creare una collettività unita e libera dai preconcetti, non bisogna avere paura di essere diversi, anzi, siamo e saremo un valore aggiunto e chissà un giorno magari, un passo alla volta saremo in maggioranza. Non credo che sia la mentalità green a darci consapevolezza, ognuno deve arrivare al proprio benessere ma per arrivarci e per continuare a stare bene dobbiamo valutare che in primis è il nostro pianeta che sta soffrendo, come un essere vivente. Quindi credo che la soluzione sia semplicemente usare la testa.

Quanto ritieni che i social network possano veicolare la quotidianità?

Credo che i social network siano un veicolo per tenerci in contatto con il mondo, ma non possiamo sostituire la vita con il web, la testa rischierebbe di spegnersi, e molti giovani ce lo dimostrano, sta a noi artisti risvegliare le loro coscienze, parlando di vita e trasmettendo emozioni vere, che uno schermo non ci dà.

Qual è il motto che sposi più frequentemente?

“La mia libertà finisce dove comincia la vostra” Martin Luther King

Quali sono i tuoi prossimi programmi?

Restate sintonizzati sulle mie pagine social, a giugno fonderò il reggae al blues e al jazz e farò un altro progetto culturale, con un tributo ai Blues Brothers a 42 anni dall’uscita del film che ha fatto la storia. Naturalmente la musica dal vivo tornerà protagonista, presto annuncerò qualche data. One Love.

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