Gabriele D’Alonzo, il nuovo album “Island”, intervista: “il mio viaggio in Islanda, un’avventura che si è trasformata in musica”

Gabriele D'Alonzo

Gabriele D’Alonzo, pianista e compositore, nato a Monfalcone (GO), romantico e introspettivo, è uno dei migliori musicisti contemporanei, con il suo pianoforte riesce a produrre una vastità di emozioni e suoni, è capace di sfumare un accordo e scolpire una melodia, creando scenari in una pausa o in una cadenza.

Il suo repertorio è partito dall’album   “#Introspective“, disco d’esordio che ha ottenuto ampi consensi, seguito da “Metamorphosis” che ha confermato ulteriormente il suo immenso talento e dal nuovo album “Island“, un autentico capolavoro. Il magazine Emozionienozioni ha raggiunto Gabriele D’Alonzo per un’intervista esclusiva tra aneddoti, segreti e curiosità.

Quando hai compreso la potenza dirompente del tuo amore per la musica?

Ho iniziato a comporre musica poco dopo aver iniziato gli studi di pianoforte classico e diversi stili musicali. Negli anni ho continuato a suonare con gruppi locali e collaborato a progetti musicali sperimentando in differenti generi. Il mio stile musicale contemporaneo e spontaneo è prevalentemente pianistico, caratterizzato da una velata malinconia, sottolineato da note romantiche e da melodie emozionali. Il mio è proprio un viaggio perenne nell’introspezione, in cui traspare la mia personalità emotiva e sensibile.

Gabriele D'Alonzo

Il tuo nuovo album “Island” porta dentro scenari da sogno, consente di viaggiare e sognare tra le note dei brani, com’è avvenuta la scelta del titolo del disco?

Tutto è iniziato nell’estate 2019, durante il mio viaggio in Islanda, un’avventura che si è trasformata in musica. Atmosfere, immagini, colori e luci hanno stimolato la mia creatività. Ho portato con me un piccolo “diario di viaggio”, una mappa, un IPod e un’immancabile curiosità, scaturita anche dalla musica proveniente dai paesi nordici, in particolare la musica ÓlafurArnalds, di Snorri Hallgrímsson e del gruppo SigurRós. Alcune “bozze” e idee musicali sono state proprio realizzate osservando la natura, i paesaggi e l’ambiente circostante, emozioni e sensazioni indescrivibili, alimentate quotidianamente dalle numerose escursioni e “scoperte”, dai laghi ghiacciati, le immense cascate, i geyser, la famosa Diamond Beach, la spiaggia nera di Vίk, Gullfoss… luoghi meravigliosi che lasciano lo spettatore “senza parole”. Ho attraversato l’Islanda con un minivan percorrendo l’unica strada principale la “Ring Road”, statale n. 1, che ha diverse diramazioni, ed è l’anello che collega la capitale Reykjavík con i villaggi sparsi lunga la costa, quasi “facilmente” raggiungibili. Potrei dire di aver “compreso” le bellezze di quest’isola vulcanica, ma anche buona parte della sua anima, ragione che mi ha spinto a realizzare 12 brani inediti, come 12 giorni trascorsi, interamente a lei dedicati. “Island”, è stato pubblicato il 15 gennaio 2021 dalla RNC MUSIC SRL di Milano, cosi come gli altri due album “#Introspective” pubblicato nel 2020 e “Metamorphosis” nel 2019.

Nel tuo nuovo disco sono presenti grandi nomi, come sono nate le collaborazioni con Karolina Bukovičova (alla fisarmonica), Stefano Zeni (violinista) e Francesco Contadini (mastering e mixing), erano già nel tuo destino o sono sopraggiunti quando il disco era quasi ultimato?

Rientrato in Italia, entusiasta del progetto e dell’idea di trasportare in musica il mio viaggio, ho contattato subito il mio amico violinista Stefano Zeni e il musicista-compositore e amico, Francesco “Franz” Contadini, e fatto ascoltare parte del materiale che avevo già registrato e preparato nel mio Home Recording dopo l’esperienza islandese. Al progetto hanno collaborato inoltre mia moglie, Karolína D’Alonzo Bukovičová, fotografa personale che mi ha accompagnato con la fisarmonica in alcuni brani, Belma Mehic che ha curato l’art-work e il layout dell’intero album, Virginio Carobbio, conosciuto sul web come “Virginio Thor Mariosson” e Cinzia Epis, amici che vivono in Islanda, proprietari e gestori di “Milli Vina” una bellissima Guest-house che si trova nella zone di Borgarnes, vicino Reykjavík, ed infine due amici fotografi monfalconesi Cristiana Damiano e Daniele Pantanali che hanno curato il video, il teaser ufficiale di “Island” e sono stati co-organizzatori del viaggio e il “collegamento” tra Virginio, Cinzia e Roberto.

Quali artisti hanno avuto un ascendente maggiore sul tuo background musicale?

La mia musica è stata influenzata e maturata da ricerche e approfondimenti musicali principalmente nel genere ambient/lounge, nelle colonne sonore, spaziando nella Deep House ed è proprio attraverso i social media, Spotify e Youtube, ho potuto conoscere nuovi artisti e ascoltare quotidianamente nuova musica, in base al gusto, allo stato d’animo, alle situazioni che si creano. La lista è lunghissima, potrei iniziare dai The Beatles, U2, Coldplay, Ezio Bosso, Max Richter, Hior Chronik, ÓlafurArnalds, Snorri Hallgrímsson, Sigur Rós, Vangelis, Ennio Morricone, recentemente mi sono appassionato ai Glass Museum, duo belga che suona musica jazz-elettonico, molto bravi, innovativi e alternativi. 

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

I pomeriggi d’estate, anni ’90, quando nella mia stanza ascoltavo i vinili dei Beatles, quando iniziavo a “strimpellare” la chitarra e la mia primissima tastiera “Bontempi”, tutt’ora funzionante, il mio “cimelio”.  Mi piaceva trascorrere il tempo a creare musica, trovare e a imparare gli accordi delle canzoni.

In quale emozione ti rispecchi maggiormente quando suoni?

Spesso sono molto nostalgico, riflessivo e, nonostante un passato familiare “segnato” da alcuni eventi indelebili, trovo un senso di pace interiore e il lato positivo delle cose, forse è questo che mi spinge a scrivere musica, a far volare la mia anima e i miei pensieri.

Il giorno del tuo quarantesimo compleanno ti sei esibito sul palco dello Studentkajallarin, nella capitale islandese. Cosa porterai con te di un’avvenimento talmente peculiare?

Un sogno, un desiderio Il 10.07.2019, il giorno del mio 40° compleanno, ho avuto il piacere di esibirmi sul palco dello “Studentakjallarin”, il centro universitario di Reykjavík, evento organizzato da Roberto Luigi Pagani, ricercatore, insegnante universitario e famoso blogger di “Un italiano in Islanda” che ho coinvolto per la traduzione della tracklist dei miei brani in islandese. Riguardo spesso i video, le foto, potrei dire, indescrivibile.

Come prendono forma i tuoi brani?

Registro le prime melodie al pianoforte con il cellulare, lascio trascorrere qualche giorno, riascolto le idee, elaboro accordi e prende vita un “bozza” che riporto in seguito sul mio computer nel mio “Home Recording”.

Come vivi il mondo dei social?

Non amo essere troppo e costantemente presente, anche se sono consapevole che i social sono uno strumento molto potente, direi fondamentale per poter avere visibilità e diffondere la propria arte, ma preferisco “apparire” quando è effettivamente necessario e quando ci sono delle nuove sorprese musicali per i miei fans.

Qual è il luogo ideale per il tuo concerto perfetto?

Mi piacerebbe poter realizzare un tour in Europa, nei teatri o in luoghi culturali e naturali, possibilmente con un quartetto d’archi, accompagnato dal mio amico fidato Stefano Zeni.

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. (rif. Forrest Gump)

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho raccolto diverso materiale in questi anni, ho già registrato diverse idee che prenderanno vita in un quarto e quinto album a cui sto già pensando da diverso tempo e mi piacerebbe poter coinvolgere anche diversi artisti. Presto lo saprete.

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