Francesca Anastasi, intervista: il nuovo singolo 14 Anni

Francesca Anastasi

Francesca Anastasi, intervista: il suo nuovo singolo “14 Anni

L’adolescenza è un periodo delicato in cui si vive in bilico tra insicurezze e sogni, lo sa benissimo la cantautrice Francesca Anastasi. Nel suo nuovo singolo, intitolato “14 anni”, è riuscita a dare forma a un soave quadro genuino per descrivere un’età così critica e al tempo stesso così bella.

“Anche sola sul ciglio del mondo”... inizia così il brano “14 anni” rievocando la misantropia tipica del passaggio tra l’età della spensieratezza e la maturità, periodo di transizione in cui i ragazzi ricercano la loro identità e sognano con i primi batticuori.

“…e tu ti senti dentro uno show” i ragazzi si ritrovano improvvisamente protagonisti di uno spettacolo difficile da gestire, si sentono estremamente incompresi e davanti a un mondo che in apparenza non li ascolta, così non hanno più paura di restare soli, scelgono di considerare il mondo a modo loro, perché in fondo è peggio stare da soli senza se stessi.

Francesca Anastasi è una cantautrice vera e originale, ha iniziato la sua carriera musicale nel 2015 come frontwoman della band alternative rock Alchemical Connection, gruppo musicale con cui pubblica i brani “Paper Crush” e “A.S.A”. Dal 2016 insegna educazione musicale e nel 2019 esce il disco “Afraid of the Light”, da cui viene estratto il singolo “Glow”. Mentre nel 2020 (sotto la produzione di Kupo), pubblica il suo primo singolo come solistaTalkin’ to the Walls”, un brano incisivo costituito da sonorità dream pop ed elettroniche. Nello stesso anno, Francesca Anastasi, inizia a lavorare a un progetto solista che mantenga le atmosfere sognanti già sperimentate in “Talkin’ to the Walls”, ma stavolta sceglie di addentrarsi nei testi in italiano e “14 Anni” è il primo di questi a vedere la luce.


Nel tuo nuovo singolo affermi che “non c’è via d’uscita e ogni parola prende vita”, qual  è la chiave per uscire dalle paure che caratterizzano i “14 anni”?

Non penso di avere una vera e propria chiave, perché con gli occhi di una trentenne è davvero facile vedere delle vie d’uscita, mentre a quattordici anni certe situazioni sembrano degli ostacoli insormontabili. Sicuramente fa molto l’avere alle spalle una famiglia attenta e presente, con qualcuno magari di più grande che possa rassicurarti e indirizzarti. Gli adolescenti che non hanno questo tipo di background purtroppo vivono la loro età con più angosce e spesso sono più inclini agli errori. 


Troviamo un’affermazione forte che rappresenta un appello concreto contro gli stereotipi, “Con libertà provare a non detestare ogni mia imperfezione”, quanto ritieni sia importante amarsi e accettare se stessi?

Amarsi e accettarsi sta alla base di una vita serena e felice: il rapporto con se stessi è il primo su cui si deve lavorare con impegno, perché condiziona poi il nostro modo di porci e relazionarci con le altre persone. E’ un processo lungo e tortuoso: da adolescente io soffrivo di disturbi alimentari e guardandomi allo specchio mi vedevo sempre imperfetta, passibile del giudizio altrui. Gli stessi ragazzi protagonisti del video in alcuni casi si sono vergognati di mostrarlo sui loro social, perché timorosi dei commenti dei coetanei. Come vorrei dire a loro, e dire anche alla me stessa quattordicenne, che sono splendidi così, e che non hanno bisogno dell’approvazione di nessuno! 

“Mi sento come in un film”, a quale genere  cinematografico potrebbe appartenere la tua vita?

Probabilmente una serie tv teen, tipo “Skam”. Adesso, da adulta, potrei sempre fare la parte della prof!

“14 anni” trasmette un messaggio molto importante, com’è nata la canzone?

E’ nata durante il primo lockdown, mentre strimpellavo l’ukulele. Avevo in testa da tempo di scrivere una canzone in italiano e le parole sono venute da sé. Quello che viene raccontato nel testo della canzone fa parte dei miei ricordi da ragazzina, in un attimo sono tornata indietro nel tempo e ho cominciato a dare voce a pensieri che, in quel periodo, non avrei mai osato riportare ad alta voce. 

La tua musica è straordinaria e intensa. A quanti anni hai iniziato ad avvicinarti all’universo musicale?

Ho incominciato a prendere lezioni di canto a 17 anni, ma ho scritto la mia prima canzone a 9. Diciamo che ho sempre amato cantare e scrivere, ma nella prima adolescenza avevo un po’ messo da parte queste mie attitudini per poi andarle a riprendere successivamente. Da lì, però, non ho mai più smesso. 

Nascono prima le parole o le melodie delle tue canzoni?

Dipende! Le parole girano in testa per un po’ di tempo, ma anche la melodia arriva quasi subito, perché le parole hanno già in sé una certa musicalità. Successivamente, invece, tiro giù gli accordi e costruisco l’accompagnamento. Se invece mi trovo a comporre con altre persone, per esempio con dei chitarristi, in genere è proprio la loro musica che mi suggerisce la melodia e il testo. 

Quanto credi sia importante oggigiorno la musica nella quotidianità?

La musica è un rifugio, una cura, una compagna di vita, quindi penso sia necessario respirare musica di continuo. Per me è sempre stata un’amica, una guida e una maestra anche quando mi trovavo completamente sola.

Qual è il background che ti ha influenzata nell’intraprendere il tuo cammino musicale? 

Ho incominciato a militare in rock band dagli anni delle superiori, e sono cresciuta tra sala prove e live insieme a musicisti da cui ho imparato moltissimo, sia in termini di conoscenze musicali che in termini di approccio alla vita da musicista. Anche nel fare musica pop, mantengo un’attitudine rock che mi accompagna sempre. 

Quale canzone del passato avresti voluto scrivere?

“Landslide” di Stevie Nicks. 

Cosa pensi dei talent show?

Penso che siano un buon trampolino di lancio per gli artisti emergenti e che la qualità dei programmi sia migliorata molto negli ultimi anni, anche perché viene dato molto spazio alla musica inedita e a generi che fino a qualche tempo fa non sarebbe stato pensabile portare in televisione. Allo stesso tempo, se mi pensassi come partecipante, mi spaventerebbe essere giudicata da musicisti che adoro, tipo Manuel Agnelli, ma ancora di più mi spaventerebbe la gogna mediatica sui social a cui sono sottoposti un po’ tutti. Ho provato a leggere una sfilza di commenti crudeli di fronte ai quali, se non si ha pelo sullo stomaco, si rischia di soccombere. 

Siamo nell’epoca del featuring, incontri musicali che egemonizzano sempre più. C’è un artista con cui vorresti collaborare in futuro?

Mi piacerebbe molto fare un featuring con Glen Hansard, un cantautore irlandese che amo. 

Qual è il tuo modo di vivere i social network?

Cerco di sfruttarli il più possibile ma mi rendo conto che spesso è un’attività che mi richiede sforzi. Non amo condividere ogni minuto della mia vita privata, non mi piace neanche tanto apparire, per cui cerco di pubblicare contenuti quando effettivamente ho qualcosa da dire, che non sia la mia immagine in palestra o mentre faccio i mestieri in casa. 

Qual è il ricordo più bello legato alla tua carriera musicale?

Probabilmente quando ho cantato per la prima volta in italiano durante una serata dedicata a Lucio Battisti. Sentire il pubblico cantare insieme a te è un’emozione indescrivibile! 


In quale emozione ti rispecchi più assiduamente?

In positivo, nella speranza. In negativo, nell’ansia. Ma si compensano a vicenda, quindi va bene così.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Nei prossimi mesi uscirà sicuramente un altro singolo e nella primavera del 2022 ci sarà anche un album. Sto anche lavorando ad un progetto di musica rock elettronica con due voci femminili che probabilmente vedrà la luce il prossimo anno.  

CREDITI

Testo e musica di Francesca Anastasi

Produzione by KupoBass

line by Alex ‘Raven’ Colombo

Ukulele: Kala Ziricote Concert, Kala Brand

CREDITI VIDEO

Regia: Fabio Bruno

Hanno partecipato al videoclip: Maria Marelli, Simone Robbiati, Federico Basile, Andrea Farina, Stefano Tasinato, gli alunni della ex 3C, a.s. 2019/2020, dell’IC Aldo Moro di Seregno: Viola Brioschi, Sofia Cima, Serena D’Orto, Laura Lorenzetto, Sofia Lotito, Marco Rigamonti, Riccardo Viganò, Arianna Vincenti. Un ringraziamento speciale a Marirosa, Luca e Pascal.