Ficstrip, il nuovo singolo “Fallin’ Down”, intervista: “le emozioni sono il punto centrale della nostra musica”

Ficstrip

Ficstrip, si contraddistinguono per la loro autenticità; Jym (voce), Zullo (chitarra ritmica e cori), Mattia (chitarra solista), Oriana (violino), Dave (batteria) ed Elly (basso) determinati e carismatici sono attivi sulla scena musicale da molti anni, anche se la formazione attuale ha avuto origine nel 2020.

Il magazine Emozionienozioni ha intervistato i Ficstrip per scoprire i segreti del loro nuovo singolo “Fallin’ down” e dell’EP “Hopes and Shadows” in uscita ad Aprile.

Qual è la genesi del nome Ficstrip?

Il nome Ficstrip nasce casualmente quando il gruppo era ancora un duo che faceva cover e badava solo alla sostanza senza nome e senza obiettivi. Alla domanda inaspettata “ma come vi chiamate?” la risposta univoca e senza un perchè è stata la stessa: Ficstrip! Voleva semplicemente essere un’espressione dal sapore vagamente “british”, che è finita per diventare il nostro modo di intendere la vita e di chiamare il nostro progetto musicale.

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Com’è avvenuta la congiunzione vertente la formazione della vostra band?

La formazione attuale della band è il frutto di anni di collaborazioni, di prove. Una ricerca dell’armonia interna del gruppo e di affinità anche artistiche. Il nucleo fondamentale è composto da Zullo e Jym, rispettivamente chitarrista/compositore e voce, che hanno creato il gruppo, a cui si sono aggiunti gli altri componenti, man mano che si definiva lo stile di musica che la band vuole realizzare.

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Il vostro nuovo singolo “Fallin’ Down” nostalgico e introspettivo indaga tra i sentimenti più reconditi, quanto conta vivere a pieno le proprie emozioni?

Le emozioni sono il punto centrale della nostra musica. Le emozioni sono ciò che guida la composizione del brano e il nostro intento è quello di riuscirle a trasmettere il più possibile al pubblico. Senza di esse la vita non avrebbe un senso, sono ciò che ci fa sentire vivi, ciò che ci rimane addosso in ogni istante, anche a distanza di tempo e che forgia le persone che siamo.

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Il video ufficiale del vostro nuovo singolo “Fallin’ Down” è seriamente molto suggestivo. Come ha preso forma?

Il video è nato per accompagnare le emozioni del brano in un susseguirsi di scenari che non fossero una descrizione didascalica del brano, ma piuttosto lasciare spazio a sensazioni più o meno sfocate. Quindi, con l’intento di lasciare sulla pelle dell’ascoltatore un senso di mancanza, anche se non si riesce a capire di cosa, i protagonisti che ci accompagnano in questa storia diventano luce, buio e ombre.

Il titolo del vostro nuovo EP “Hopes and Shadows” evoca la centralità dell’antitesi, quanto è fondamentale prendere coscienza dell’intensità dei contrasti?

Rifacendoci al concetto di Yin e Yang, possiamo dire che complementarità e opposizione dualismo equilibrio della vita. Nell’ambito di questo dualismo, un elemento non può esistere senza il suo opposto. Una danza di luce e ombre. La vita si manifesta nella dualità. Dal momento in cui è concepito e pulsa nel ventre della madre, fino al momento in cui emette respiro per ritornare nel ventre della madre terra, ogni essere vivente è nella dualità. Sperimenta nel corso della sua vita gioia e dolore, desiderio e appagamento, azione e riposo, forza e debolezza, amore e odio.

Quanto sono autobiografici i testi delle vostre canzoni?

Come dicevamo, le emozioni sono al centro della nostra musica. Scrivere una canzone su argomenti che non ci toccano da vicino risulterebbe impersonale e freddo. Per trasmettere un’emozione devi conoscerla, averla vissuta, quindi spesso ci si ritrova in quello scritto nei nostri testi, anche se ovviamente la fantasia poi ha il suo ruolo importante e quindi il testo prende anche vie diverse da quelle autobiografiche, lasciandosi scrivere da sè in un atto di produzione artistica creativa.

Quali sono i vostri più grandi punti di riferimento artistici?

La nostra musica si rifà a sound della scena pop e rock mondiale degli ultimi cinquant’anni, con influenze che spaziano dal rock psichedelico degli anni settanta, fatto di assoli e schitarrate, passando dalla freschezza e schizofrenia del britpop anni novanta, fino ad arrivare agli ultimi anni, con sonorità che tendono al ballabile, alla ritmicità poco complessa, ma funzionale, di un rock in costante cambiamento.

Con chi vorreste collaborare prossimamente?

Ci stuzzica l’idea di poter collaborare con diverse band locali più o meno grandi. Stiamo anche valutando la possibilità di una collaborazione internazionale che mira ad oriente, diciamo sudorientale. Il sogno poi è sempre quello di lavorare con Liam o Noel Gallagher e Richard Ashcroft

Avete un motto che sposate più assiduamente?

Non abbiamo un vero e proprio motto, ma piuttosto una parola che usiamo come guida ad ogni passo che facciamo in questo percorso: autenticità. Il progetto Ficstrip, infatti, nasce dall’ambizione di ragazzi e ragazze comuni, che vivono in un contesto lontano dal mondo fashion delle metropoli e che cercano un modo per esprimere le proprie identità in maniera autentica e sincera. Il mondo di oggi è immagine, l’apparire domina su tutto e adeguarsi ad una moda è la via per cercare di farsi notare. L’originalità del quotidiano e della realtà è stata spazzata via dal bisogno di avere ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo, qualcosa che attragga la nostra attenzione, qualcosa di irreale, ma che possa apparire come veritiero alle nostre menti distratte.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Ci piace stare con i piedi per terra, quindi il progetto più realistico e realizzabile in questo momento è quello di fare un tour mondiale, avendo come gruppo spalla i Muse.

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