Federico Marchioro, il nuovo disco “Amore e guerra a Berlino”, intervista: “sono cresciuto ascoltando De Gregori, De André e Guccini. Il mio percorso artistico e musicale è stato profondamente influenzato da questi grandi autori, dalla musica d’autore degli anni ’70”

Federico Marchioro

Federico Marchioro, artista eclettico e intenso, cantautore, poeta, scrittore, pittore e operaio, ci ha presentato il suo nuovo disco, “Amore e guerra a Berlino“, prodotto da Stefano Florio per etichetta AIDA MUSIC. È la globalizzazione bellezza! è il primo singolo estratto, accompagnato dal videoclip. Abbiamo raggiunto Federico Marchioro per un’esclusiva intervista.

In quale emozione ti rispecchi quando canti?

La musica è soprattutto libertà, la possibilità di poter esprimere la propria anima, le proprie sensazioni e sentimenti, i colori che uno sente nel cuore. Ed è un piacere, una gioia immensa il poter trasmettere e condividere le proprie emozioni con qualcuno. Quando senti di essere arrivato al cuore di una persona, mentre stai cantando una tua canzone, è un’emozione molto forte, uno stimolo a proseguire per la tua strada.

Quali sonorità influenzano maggiormente la tua musica?

Fin da ragazzo, dalla prima chitarra entrata in casa, all’età di 13 anni, sono cresciuto ascoltando De Gregori, De André e Guccini. Il mio percorso artistico e musicale è stato profondamente influenzato, da questi grandi autori, dalla musica d’autore degli anni ’70.

Qual è la genesi del tuo nuovo album?

L’ispirazione per queste nuove canzoni è arrivata da un viaggio a Berlino, una delle grandi capitali della globalizzazione, città che mi ha profondamente colpito; punto d’incontro tra passato, presente e futuro. Da qui, la voglia di raccontare il lato oscuro di questa nostra epoca, ben celato dietro la grande narrazione di un mondo perfetto, fatto di benessere e di tecnologia, unico mondo possibile dopo la “svolta dell’89” e la fine del secolo Novecento con le sue grandi ideologie di massa. Amore e guerra a Berlino è fortemente calato nello scontro in atto tra sovranismo e globalizzazione, madre di tutte le battaglie di questo inizio di nuovo millennio.

A chi si rivolge “Amore e guerra a Berlino”?

Naturalmente a chiunque abbia voglia di ascoltare della buona musica e, attraverso una canzone, di provare a leggere ed interpretare, da un punto di vista culturale il tempo che stiamo vivendo. Mai come in questo momento, a mio parere, l’arte, la musica, hanno il compito di raccontare storie, il quotidiano presente, con le sue iniquità, ingiustizie e contraddizioni.

Qual è il motto che sposi più assiduamente?

Impegno e dedizione costante, insieme a tanto divertimento sono le parole d’ordine del mio essere artista; dietro la scrittura di una canzone c’è un lavoro intellettuale alla base, non è solamente un fatto intuitivo, legato ad un determinato momento di “estro creativo”, comporre musica è il prodotto di una ricerca e di una sperimentazione continua, scrivere una canzone è un fatto culturale.

Progetti futuri?

Nei prossimi mesi mi cimentero’, per la prima volta, nello strumento di comunicazione dei Podcast, con la pubblicazione di una serie artistica dedicata alla musica di Francesco De Gregori, un autore fondamentale per il mio percorso musicale e poi sarò impegnato nella preparazione dello spettacolo di musica live, sbocco naturale e fondamentale per chi fa musica. Uno spettacolo con le canzoni di Amore e guerra a Berlino e Appunti d’inizio secolo, il mio album precedente.

Link Album: https://fanlink.to/AmoreeGuerraaBerlino

Link Videoclip (È globalizzazione bellezza!):  https://youtu.be/CdOvAeH1R1c