Eman, il suo vero nome all’anagrafe è Emanuele Aceto, cantautore avanguardista e innovativo, ha all’attivo tre album, Come aceto, Amen e Eman. L’originalità compositiva incontra testi profondi, spesso veicolo di messaggi a carattere sociale o di denuncia (come nel caso di Amen, Chiedo scusa, Ritorno a casa) ma anche ironici e provocatori (Milano, L’amore ai tempi dello spread, Svegliati). Cobalto è il secondo singolo che esce con l’etichetta Mescal e la distribuzione di ADA Music Italy dopo Il matto.
Il magazine Emozionienozioni ha ospitato Eman per un’intervista esclusiva.
Qual è la matrice alla base del tuo nome d’arte?
L’abbreviazione del mio nome Emanuele, l’anagramma poi è Name e questa è la prova che ho scelto bene.
In quale emozione ti rispecchi quando canti?
Il trucco è ritornare alle emozioni primordiali che mi hanno portato a scrivere quel brano, fatto che mi consente ogni volta che salgo sul palco di emozionarmi come la prima volta quando canto quella determinata canzone.
Quando hai scoperto la tua propensione per la musica?
Da piccolissimo, dai primi gruppi a scuola fino alla ricerca della mia identità artistica, frutto di molti ascolti.
Com’è nato il tuo nuovo singolo Cobalto?
Quando mi è arrivata la musica e mi sono trovato ad ascoltarla in sottofondo, mi sono apparse immagini quasi felliniane e pensavo a una serie di situazioni che caratterizzano l’estate italiana, dal desiderio di apparire affittando una macchina di lusso o una barca agli sforzi per potersi permettere la vacanza fino all’innamorarsi.
A chi è rivolto il brano?
A chi vuole ascoltarlo, non ho un target di riferimento, dò molto peso alle parole.
Qual è il motto che sposi più assiduamente?
Nec spe nec metu perchè a volte la speranza è un modo per non agire
Progetti futuri?
Continuare a fare musica e non fermarmi mai più, governo e virus permettendo.
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