Edoardo Gastaldi, intervista: il nuovo singolo “Jòhann’s Flight”

Edoardo Gastaldi

Edoardo Gastaldi, intervista: il nuovo singolo “Jòhann’s Flight”

Edoardo Gastaldi

Edoardo Gastaldi, è un giovanissimo e talentuosissimo musicista veneto, a soli 23 anni è già un artista davvero eccezionale, il suo talento innato lo rende realmente unico.

La musica di Edoardo Gastaldi è densa di consapevolezza, riflessione, pace e nostalgia, ogni suo brano è una combinazione innovativa tra sonorità classiche e forti influenze Ambient – New Age.

Il compositore, Edoardo Gastaldi, abita in provincia di Venezia, attualmente si occupa della sua carriera musicale e del suo percorso di studi. Tenace e grintoso esprime la sua interiorità attraverso la sua creatività, scrive la musica per se stesso, è una sua esigenza personale, ma sovente dedica un brano a una circostanza, o una persona.

I brani strumentali di Edoardo Gastaldi comprendono archi, pianoforte, chitarre e tante altre sorprese musicali sperimentali. Il suo nuovo singolo si intitola “Jòhann’s Flight“, è un brano introspettivo, riflessivo e intenso, un omaggio speciale al compositore Jóhann Jóhannsson.

Abbiamo intervistato il compositore, Edoardo Gastaldi, si è raccontato senza filtri dalle sue origini a oggi.

La tua musica consente di viaggiare tra le emozioni, tra note e poesia. Qual è la tua più grande fonte di ispirazione?

Innanzitutto buongiorno e grazie per lo spazio che mi avete dedicato. La principale fonte d’ispirazione della mia musica è l’esperienza. Molto spesso ciò che scrivo in forma di melodie ed armonie è la rappresentazione di un sentimento, o la raffigurazione di una particolare situazione. Penso che scrivere musica mi aiuti ad elaborare ed analizzare meglio ciò che accade e ciò in cui sono coinvolto.

Com’è arrivata la musica nella tua vita? Quali artisti hanno influenzato il tuo percorso artistico?

Ricordo la prima in cui mi venne fatta una domanda simile, qualche settimana fa. Ci pensai molto. In realtà, semplicemente, la musica è arrivata. In maniera graduale. Non c’è stato un evento simbolico o una situazione che l’ha resa parte integrante di me. È stato piuttosto un lungo cammino di costruzione, distruzione e modificazione di idee e di priorità. Per quanto riguarda gli artisti che hanno influenzato il mio percorso, ce ne sono stati diversi. La componente classica deriva dall’influenza di brani al pianoforte di autori quali Beethoven, Chopin, Yann Tiersen, Philip Glass. Al contrario, l’aspetto tendente ad una introduzione di moderne e sperimentali sonorità deriva sicuramente dai progetti artistici di Stephen Porter, Johan Söderqvist, Nils Frahm e Hammock.

Dostoevskij affermava che la bellezza salverà il mondo, credi che la musica possa salvare il mondo? Cos’è per te la musica?

La musica è uno dei mezzi che permette di unire due mondi. Il razionale all’irrazionale. Il materiale allo spirituale. Il terreno all’etereo. Il presente al passato, e talvolta anche al futuro. La musica è scritta per mezzo di convenzioni e, per quanto minime, schematizzazioni di base, ma al contempo permette all’artista e talvolta anche all’ascoltatore il raggiungimento di uno stato assolutamente irrazionale e privo di fondamento logico. Secondo me la musica è affascinante proprio per questo motivo. È un potente mezzo di connessione, di condivisione, di creazione, di interpretazione e di relazione. Tornando alla prima domanda, ‘credi che la musica possa salvare il mondo?’, no. Purtroppo, no; l’unica relazione possibile è quella opposta. È il mondo che, una volta salvato, può conservare in sé traccia della musica e delle più grandi forme espressive dell’uomo. La musica può portare l’uomo al raggiungimento di determinati stati d’animo o determinate prospettive a riguardo di differenti temi. Ma una volta fatto ciò, è compito dell’uomo agire.

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Da quanti anni suoni il pianoforte? Quali sono i primi brani che hai suonato?

Lo suono da circa 6 anni. Inizialmente suonavo solamente le scale. Poi iniziai con semplici brani contenenti temi per bambini. Quindi, passai ad esercizi di tecnica da libri come Beyer, Hanon o Czerny. I primi brani completi che ho imparato a suonare erano brani derivanti da una Compilation dei migliori lavori di Ludovico Einaudi. Con il tempo ed avendo acquisito una maggior padronanza della tecnica sono passato a brani di Beethoven, Mozart ed ora Chopin.

C’è un brano che ti sta a cuore particolarmente?

Sì, più di uno. Al momento un brano che mi piace particolarmente è: ‘Johan Söderqvist – Kimmie’s Theme’. Un altro brano che ritengo tanto importante quanto stupendo è il Preludio di Chopin, Op. 28 n. 6.

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Qual è il primo brano che hai composto? Ricordi il titolo?

Ho sperimentato per diversi anni, ma il primo brano per il quale ho lavorato sia nella fase di composizione che produzione, e per cui ho anche scritto uno pseudo-spartito completo è ‘Jóhann’s Flight’. La mia ultima creazione, pubblicata a dicembre del 2021. Un altro brano importante è ‘Negative Entropy’, uscito sempre nel 2021, nel mese di giugno.

Come vedi il mondo dei talent show? A quale parteciperesti?

Si tratta di una opportunità per molti artisti. Non lo ritengo adatto a me, al momento.

“Jóhann’s Flight” è un brano catartico che permette di sognare a occhi aperti. Quanto è autobiografico? Com’è nato il brano?

Grazie per le parole toccanti e molto belle. Il brano non è esattamente autobiografico. Non tratta eventi legati alla mia vita, lo ritengo piuttosto un tributo ad un grande artista, musicista e compositore. Il brano è nato con l’idea di dedicare qualche cosa al compositore Jóhann Jóhannsson, per la sua recente scomparsa (2018). Avendo l’idea di scrivere qualcosa in sua memoria ed in suo onore, ho composto “Jóhann’s Flight”. È un brano strumentale inteso come dedica personale e come elogio alle grandi opere musicali che Jóhannsson ha creato in passato.

A quale genere cinematografico assoceresti la tua musica?

Si tratta di una domanda a cui non so rispondere facilmente. Con tutta probabilità, la mia musica potrebbe finire sotto il genere ‘drammatico’. La musica che ho in mente di scrivere in futuro dovrebbe contenere elementi di riflessione, di nostalgia, di ricerca, di esplorazione.

Il festival di Sanremo è alle porte, lo seguirai? Quale canzone Sanremese porti nel cuore?

In tutta sincerità, non sono mai stato un grande fan di questi eventi. Sicuramente vi sono grandi talenti che partecipano al festival, ma non ho mai avuto modo di seguirlo in maniera dettagliata.

Con quali artisti vorresti collaborare?

Parlando di ideali, al momento mi piacerebbe collaborare con Nils Frahm. Parlando di collaborazioni che potrebbero avvenire, sarebbe interessante lavorare con i miei colleghi Lair Raupp, Riccardo Callisto e Robin Tinglöf.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A riguardo della musica e del mio progetto musicale, a breve termine vorrei realizzare una composizione interamente al pianoforte. A lungo termine, vorrei consolidare dei messaggi e delle sensazioni da trasmettere a chi ascolta la mia musica.

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