Drew Hell: “Chiunque può immedesimarsi nella storia  di ‘Emo Killer'” intervista

Drew Hell: "Chiunque può immedesimarsi nella storia  di 'Emo Killer'" intervista

Abbiamo avuto l’onore di intervistare Drew Hell, un artista che rappresenta l’essenza più autentica e vibrante della scena emo-punk contemporanea. Con il suo nuovo singolo, “EMO KILLER“, disponibile dal 28 novembre, Drew si conferma una voce straordinariamente intensa e capace di toccare le corde profonde dell’animo umano. Il brano, interamente scritto e prodotto nel suo home studio, racconta la parte più imprevedibile e dolorosa dell’amore, esplorando con coraggio i temi del vuoto emotivo e del disorientamento psicologico. Drew Hell, al secolo Andrea Parisano, si distingue per il suo sound graffiante e per testi che sono veri e propri frammenti di vita, intrisi di malinconia, nostalgia ed energia. In questa intervista esclusiva, Drew Hell ci ha permesso di scoprire il cuore pulsante di un artista autentico, capace di trasformare il dolore in bellezza e di far risuonare le sue emozioni nell’animo di chi lo ascolta.

Drew, la tua musica è un perfetto intreccio di emozioni contrastanti, dalla melanconia alla forza travolgente dell’energia punk. Come sei riuscito a creare un suono così personale che, pur attingendo a influenze riconoscibili, riesce a trasmettere un’intimità unica?

In primis è il contrasto fra sound potente e tematiche crude, melanconiche e “delicate” che mi rendono autentico e poi la scelta di contaminare con sonorità emocore e metalcore contemporanee per lo più in lingua italiana che ho portato io nella nicchia milanese già circa due anni fa, mantenendo comunque melodie orecchiabili a distinguermi. Bisogna essere veri e non omologarsi per farsi notare. A mio favore c’è anche la timbrica a rendermi riconoscibile, in quanto la voce essendo anch’esso uno strumento, unito al sound strumentale, rende un progetto ed un prodotto originale e unico. 

“EMO KILLER” esplora la sofferenza emotiva derivante da un amore che svanisce senza preavviso, lasciando un vuoto. Quanto questo brano riflette la tua visione personale dell’amore e della solitudine, e come pensi che possa connettersi con l’esperienza di chi ti ascolti?

Premetto; Un’amore che svanisce senza preavviso, non è amore. Chiunque può immedesimarsi nella storia  di “Emo Killer”, perché tutti siamo stati vittime di un “assassin* di emozioni”almeno una volta nella vita. Solo che i più sensibili non lo raccontano, e io nel mio piccolo voglio “salvare” e far uscire allo scoperto tutte queste persone fragili che proprio per queste vicissitudini, oggi hanno timore a parlarne e a fare reset, facendo fatica a fidarsi di nuovo. Con la mia voce posso posso urlare il dolore anche per gli altri.  È il dolore a connetterci e a portarci ad una guarigione emotiva.

La tua carriera da artista indipendente ti ha portato a un crescente successo con brani come “E’ Già Settembre”. Come ti senti a riguardo, considerando che ogni passo del tuo percorso è stato guidato da una profonda autenticità, sia musicale che emotiva?

Mi sento estremamente appagato e soddisfatto perché io, come tantissimi altri, sono la prova che se racconti la verità, riesci ad arrivare nelle case, nelle auto, nelle cuffie e nell’anima di tante persone. 

Il tuo approccio alla composizione, che parte prima dalla musica e poi dalle parole, sembra un flusso naturale che ti permette di esprimere ciò che non sempre può essere detto a parole. In che modo questa metodologia ti aiuta ad esplorare la tua psicologia e la tua creatività più profonda?

Già di per sè la scrittura aiuta a tirar fuori la parte più intima del proprio “io” e del proprio essere, in quanto troppe cose, specie le più dolorose, facciamo fatica a raccontarle e spesso non si riesce a trovare nemmeno la chiave per farlo. Il malessere messo in musica e parole è la mia chiave creativa, è così che esorcizzo i miei demoni. 

Nel corso della tua carriera, hai collaborato con diversi artisti e musicisti, come Marco Fusco in “EMO KILLER”. Qual è il valore che attribuisci alla collaborazione artistica e come credi che influenza il tuo processo creativo e la tua evoluzione musicale?

Ogni esperienza collaborativa dalla più piccola alla più grande, da quella positiva a quella negativa, è sicuramente fondamentale per crescere artisticamente e umanamente. Questo ti porta ad essere più consapevole e più forte sotto tanti aspetti. Nel mio percorso non tutti sono stati fedeli e non tutti sono stati professionali, ma io so cosa voglio e cosa non voglio, quindi non sono mai andato in down per chi ha fatto la sua comparsa e poi è scomparso, evidentemente non aveva le mie stesse pall*.  Io sono Drew Hell, nasco come cantante solista e produco interamente da solo i miei brani essendo polistrumentista e producer, e tutto ciò che ho realizzato e che dovrà ancora accadere, l’ho ottenuto da solo, con le mie forze e i miei sacrifici. Posso dire per ora solo grazie a me e alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e supportato. (non posso spoilerare ora le prossime grandi novità). Sulla base di questo come dico sempre,” tutti sono utili ma nessuno è indispensabile.” Credo però nella forza dell’unione, la musica in fine è anche un collante sociale e condivisione per creare rapporti sani e veri e con i membri giusti si può fare tanto! Mi piace comunque il concetto di band, inteso come un legame fraterno fatto di fedeltà professionale e umana, per cui, chi ha questi principi e abbraccia il mio progetto credendoci tanto quanto me, avrà sicuramente un posto assicurato, ovunque andrò durante la mia carriera. Per me le collaborazioni hanno un grande valore e le consiglio a tutti, perché ti arricchiscono sempre e comunque, spesso possono essere anche fonte d ispirazione per trovare se stessi. Gli artisti che “passano nella stanza del mio cuore” attraverso le mie canzoni, devono essere empatiche e comprendere la natura delle stesse per poter essere affini e creare un effetto domino che poi arrivi anche agli ascoltatori. Quando ci sono empatia e feeling, quest’ultimi generano ulteriore energia positiva dovuta all’ unione delle storie di ogni membro della band, la quale amplifica il “potere” comunicativo; e nella musica, esattamente come nella vita ci sarà sempre da imparare e io non voglio smettere.  Per ora, son felice di aver conosciuto Marco Fusco (basso) e Filippo Poli(batteria) che hanno deciso di abbracciare il progetto e metterci la loro arte oltre che la loro anima all’interno. Credo davvero in noi, sento che potremmo essere un trio vincente. Ultimo consiglio per i competitors: occhio che siamo forti a sgomitare!