Covid: il mistero del post-it e degli effetti personali

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Covid: il mistero del post-it e gli effetti personali smarriti

Fin dall’inizio la pandemia ha portato via un numero enorme di vite e ha annientato troppe persone, tutti coloro che sono venuti a mancare hanno lasciato un vuoto incolmabile ai loro affetti.

Il coronavirus ha distrutto l’esistenza delle vittime e di chi li ama, e sta distruggendo tutt’oggi i  familiari che non hanno la possibilità di salutare per l’ultima volta le vittime della pandemia.

L’ospedale di Piacenza ha scelto di intraprendere una strada per creare una sorta di ultimo saluto tra chi non c’è più e i  loro cari, dopo il covid: un abbraccio senza tempo.


Tra oggetti più o meno preziosi, gioielli, cellulari, indumenti, foto e piccole chincaglierie, lo staff della struttura sanitaria ha raccolto tutte le cose che i pazienti avevano portato durante il periodo in ospedale e che purtroppo hanno lasciato lì.

In pochi sono riusciti a sopravvivere e a poter riabbracciare i loro affetti più cari, il progetto avviato dall’ospedale di Piacenza si pone l’obiettivo di instaurare un ponte tra chi non c’è più e chi resta per dare vita a un ultimo saluto.

Gli effetti personali smarriti all’interno dell’ospedale raccontano gli ultimi giorni delle persone decedute a causa del Covid-19 e la direzione sanitaria di Piacenza ha scelto di restituire gli oggetti alle persone più vicine ai legittimi proprietari.

”Abbiamo provato in tutti i modi a rintracciarli, come anche abbiamo fatto per una fotografia, che potrebbe avere un grande valore affettivo, ma che non sappiamo a chi riconsegnare – ha dichiarato la direzione sanitaria dell’ospedale di Piacenza – L’immagine ritrae tre persone in un momento felice ed era accompagnata da un post-it giallo, con un messaggio scritto a mano che ancora oggi fa scintillare gli occhi dei sanitari: ‘Ciao mammona, stai tranquilla. Ci vediamo presto. Un bacione’. Ce l’abbiamo messa tutta per restituire gli oggetti, oltre 500 grandi sacchi con indumenti e oggetti e un centinaio di buste più piccole, contenenti valori, alcuni molto preziosi, come orologi e gioielli, altri che invece hanno avuto un grande significato affettivo per chi ha perso un genitore, un coniuge o un familiare. Ci sembrava etico fare ogni sforzo possibile e siamo andati incontro ai parenti con il massimo impegno, anche se tutto questo percorso ha richiesto tempi lunghissimi e sollevato ancora tantissimo dolore per tutti. Ma era doveroso. La stragrande maggioranza degli oggetti è stata restituita, qualcosa è andato probabilmente perso nella concitazione dei primi momenti dell’emergenza o nei passaggi tra i vari reparti. Noi ci speriamo ancora: se qualcuno riconoscesse questi oggetti e volesse richiederli, ovviamente fornendo una descrizione utile per identificarli, può contattarci tramite l’Urp. Non ci arrendiamo e continueremo a cercare”.