Siamo entusiasti di aver avuto l’opportunità di intervistare CONAMORE, un artista che, con il suo nuovo singolo “se mi perdo dentro al vuoto, che mi salverà?“, ci regala un’opera di rara intensità emotiva. In questo brano, CONAMORE affronta il tema della solitudine e della fragilità psicologica con una sincerità disarmante, esplorando le profondità dell’animo umano attraverso un linguaggio musicale che fonde sonorità urban e pop. La sua capacità di tradurre in parole e melodie il dolore e la speranza di una generazione è una testimonianza del suo talento unico e della sua visione artistica, che non teme di trattare tematiche complesse con audacia e delicatezza. Un incontro che ha il potere di far riflettere e, forse, anche di risvegliare la salvezza che nasce dall’interno.
CONAMORE, il tuo singolo racchiude una riflessione intima e profonda sul tema della depressione e della solitudine, presentandosi come una vera e propria finestra sull’animo umano. Qual è stato il processo emotivo e creativo che ti ha guidato nella realizzazione di questo brano così autentico e coinvolgente?
Sì, diciamo in questo brano ho un po’ cercato di sfogarmi e trattare dei temi a cui sono legato, credo che il processo della canzone sia stato come un’autoanalisi, e nella riflessione c’è speranza. Spero che l’ascoltatore possa ascoltarla e che possa aiutarlo.
La tua voce si alterna tra melodie e sonorità urban, quasi a incarnare il conflitto tra la luce e l’ombra interiore. Quali artisti o esperienze hanno maggiormente ispirato questo linguaggio sonoro unico che hai scelto per esprimere le tue emozioni più vulnerabili?
Uno dei miei artisti preferiti è the weeknd, dalle sonorità molto scure e da testi non banali ho sempre amato la sua parte introspettiva di raccontare, ma in questa canzone ho preso spunto anche da 6lack che ha fatto un album a cui sono molto affezionato.
In un’epoca in cui spesso si tende a nascondere la fragilità, il tuo lavoro si contraddistingue per la sua audacia nel trattare temi complessi come la fragilità psicologica. Quale messaggio desideri trasmettere a chi si riconosce in quel “vuoto” di cui parli nel singolo?
Come dicevo prima il mio obbiettivo è aiutare chiunque tende a nascondere le proprie fragilità a liberarsi, a mostrarsi come è. Credo viviamo in una società finta dove mostrarsi come siamo diventa sempre più complicato. CONAMORE è un messaggio
Ogni parola nel brano sembra essere pensata per colpire l’ascoltatore nel profondo, quasi come una poesia urbana. Quanto è importante per te il potere delle parole nel processo di riscoperta di sé stessi e nella ricerca di quella “salvezza” interiore che menzioni?
Sì, credo che la cosa più difficile da fare per un autore è trovare le parole giuste e non risultare banale, ma allo stesso tempo vorrei farlo in un modo semplice e comprensibile a tutti. Parlare è l’unica arma che abbiamo per farci conoscere e tirare fuori quello che abbiamo .
Come artista poliedrico, che spazia dalla musica alla moda, riesci a comunicare attraverso vari mezzi espressivi. In che modo la tua esperienza di stilista e busker ha influenzato il tuo percorso musicale e la creazione di questo singolo, che appare come un racconto così intimo e generazionale?
Stilista è un parolone però ho notato che come nella musica si entra in una sorta di trip emotivo, inizio a dipingere sui vestiti come quando scrivo le canzoni senza programmare niente, e questa cosa mi da molto soddisfazioni perché mi permette di sfondarmi ma inconsciamente . Il busking mi aiuta a stare in mezzo alle persone e questo è fondamentale per noi artisti .
Progetti futuri?
Presto altri brani