Colzani, intervista: il nuovo singolo “Fiori Blu”

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Colzani, intervista: il nuovo singolo “Fiori Blu”

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Colzani, cantautore e musicista, il suo vero nome completo all’anagrafe è Roberto Colzani, il suo nome è già emblema di musica d’autore di un certo spessore per il suo enorme valore.

È assodato quanto Colzani sia un artista grandioso, vero e introspettivo.

Colzani è un cantautore che detiene già molti successi, che resteranno nella storia della musica, e possiede la stoffa per dare un’importante svolta al panorama musicale.

<<Ce ne stavamo lì sdraiati sopra i prati mani nelle mani. E tu mi facevi battere il cuore, dimmi che domani saremo ancora qui>> inizia proprio così “Fiori Blu“, il nuovo singolo di Colzani, un brano che sconvolge, stravolge ed emoziona profondamente. La canzone è fuori su tutte le piattaforme digitali e abbiamo raggiunto Colzani per carpire i segreti di “Fiori Blu”. Nel corso dell’intervista, Colzani, si è raccontato tra riflessioni icastiche e progetti futuri.

La tua voce è realmente sublime, ogni tuo brano è catartico. Cosa rappresenta per te la musica?

Vorrei innanzitutto ringraziarvi per avermi contattato e per questo mega complimentone. È sempre difficile dire che cosa rappresenta la musica, è un po come riuscire a raccontare di che cosa sono fatte le emozioni, del  perchè le sentiamo, del perchè ci toccano nel profondo, di come ci cambiano e di come riescono a farci  sentire vivi. Ecco la musica per me ancora oggi rimane qualcosa astratto, di magico che però ha la capacità di farmi sentire vivo, di mettermi in contatto con tantissime altre persone, mi svuota dentro e mi riempie di novità, di vibrazioni e di vita. Non riuscirei mai a raccontare che cos’è la musica per me in poche righe, bisogna viverla, bisogna sentirla e bisogna trasmetterla.

Hai affermato “Mi piace sentire le parole macchiare quegli spazi altrimenti troppo bianchi e desolati”, quando hai iniziato ad avvertire l’esigenza di sentire le parole? Come ti sei cimentato nel mondo musicale?

Dire che sin da piccolo quegli strani “spazi vuoti” mi hanno sempre dato fastidio ahah, per quello ho sempre cercato di riempirli con versi, urla, canzoni che non erano canzoni e rumori insopportabili nell’intento di imitare strumenti musicali (doveva essere beatbox ahaha). Inizialmente, un po’ come fanno tutti, improvvisavo in un inglese che si avvicinava molto ai suoni emessi da una persona che cerca di parlare con un pacchetto intero di Big Bubble in bocca, incomprensibile. Successivamente il bisogno di scrivere realmente quello che mi passava per la testa è diventato quasi una routine prepotente, perchè mi faceva e mi fa stare bene, rileggere i ricantare  momenti e ricordi usciti sempre quasi per “magia” dalla mia testa è una cosa che ti apre il cuore, ti aiuta a conoscerti meglio, a comprendere gli errori, a dare valore a tantissime cose  e di conseguenza di fa stare bene. Una chitarra classica  di “cartone” di mio fratello maggiore  e l’enorme amore per la musica hanno poi dato forma al tutto.

Inoltre hai asserito “Paradossalmente raccontarmi agli altri è una delle cose più difficili”, ergo… sorge spontanea una domanda: quanto sono autobiografiche le tue canzoni? Quanto è arduo mettere a nudo le proprie emozioni?

Quali sono gli artisti che hanno determinato il tuo cammino artistico? Quali nomi hanno accompagnato la tua crescita musicale?

Sì, raccontarmi agli altri è davvero difficile, ma attraverso le canzoni tutta questa sorta di paura che mi blocca nel farlo , scompare. Una canzone è per tutti, ognuno la legge a modo suo, rivive momenti suoi, si immagina quello che vuole ed è bellissimo. Forse proprio per questo motivo, nonostante tutte le mie canzoni scritte fino ad ora siano totalmente autobiografiche, non c’è nulla che mi blocchi nel raccontare esperienze personali o lati poco conosciuti di me. Di artisti che mi hanno influenzato ce ne sono tantissimi, tra i più conosciuti direi Ed Sheeran, Bon Iver, James Bay, Paolo Nutini, Grignani, Zucchero, Lucio Dalla e mille altri. Ho sempre ascoltato generi musicali diversi, artisti con timbri spaziali e capacità di scrittura assurde. Forse il genere musicale  che prediligo è il Pop-Rock ma su un onda molto Folk. Insomma, adoro un sacco di musica.

Recentemente hai cantato dal vivo in occasione della Milano Music Week, come hai vissuto l’esperienza?

Una booombaaa! È stato come prendere una boccata d’aria fresca dopo tanto tempo, vedere questi eventi ripartire, sentire la felicità nelle parole della gente, poter cantare difronte ad un pubblico….bellissimo. Ci tengo a ringraziare tantissimo Rockol, Ubiqo, la Milano Music Week e Ada per avermi dato questo bellissima opportunità.

Hai condiviso il palco con Federico Baroni, David Blanko, Mrs.Mille, Galassie, Zo Vivaldi, IosonoEsposito, con chi hai interagito maggiormente?

Purtroppo non sono riuscito a beccarli perchè sono dovuto scappare subito dopo l’esibizione,mi sarebbe piaciuto un sacco anche perchè considero tutti dei super artisti, alcuni di loro li seguo da molto tempo, sono super. Spero davvero che ci sarà modo prossimamente di incontrarli e scambiare due chiacchere.

Nel tuo singolo “Fiori Blu”, riesci a dare voce a emozioni autentiche ed intense, canti “Dimmi che domani saremo ancora lì a guardarci negli occhi”, quanto credi che sia potente la voce di uno sguardo?

Cosa hai provato quando ti sei ritrovato sulla copertina “Scuola Indie” di Spotify?

Attraverso la tua musica riesci ad alleggerire l’anima e a regalare pace. Nella canzone con Erika Biru, “Milano” affermi “Come mi spiego questa voglia di tenerti per mano”, i sentimenti seguono una logica? Quanto credi che l’amore possa essere il motore del mondo?

Ancora oggi non riesco a realizzare il fatto che sia finito su quella copertina haha. È stata sicuramente una bellissima soddisfazione che  mi ha sorpreso proprio perchè non mi sarei mai aspettato nulla del genere. Come sempre ringrazio Spotify e tutte le bellissime persone che mi ascoltano, nulla di tutto questo per me è scontato. Ecco un’altra domanda difficile…Mi piace credere che tutto quello che accade in un certo senso segua una propria logica che però resterà sempre nascosta e a noi quasi impercettibile se non solo attraverso piccoli gesti e attimi, come “ la voglia di tenerti per mano”. L’amore è in ogni instante il motore del mondo, bisogna saperlo riconoscere e preservare.

Ricordi la prima canzone che hai scritto?

Ricordo un po’ le parole della primissima canzone abbozzata in Italiano…faceva così : “ Sembra tutto capovolto quando anche il mondo pensa a te, la pioggia che cade sembra non bagnare … “(mi sono dimenticato) Ritornellooo :” capovolgi anche me, capovolgimi, fammi respirare solo accanto a te” Ovviamente il titolo era Capovolgimi ( mi piace un sacco ancora oggi) Magari la riprendo in mano e la finisco.

“Stringimi” è una canzone estremamente poetica ed emozionante, “Ricordo mille voci, ma la tua era come un canto”, com’è nata “Stringimi”?

Stringimi è una di quelle canzoni che porto nel cuore, sia perchè parla della mamma sia perchè è nata proprio di getto, mi sono emozionato nel scriverla, nel cercare di riportare alla luce tanti momenti dell’infanzia e nel ricordami di quanto sia forte una madre.

I tuoi brani sono pura poesia in musica. Lentamente rapisce istantaneamente “Penso sempre, penso troppo, non faccio il primo passo, mi sono perso in un momento e non sento niente dentro”. Quanto ritieni che l’amore possa insidiarsi nella quotidianità destabilizzando lentamente ogni certezza?

Il tuo splendido brano “Sembra di essere al mare”, travolge l’anima regalando sorrisi, “Sembra di essere al mare,

anche se il mare qui non c’è… Perché con voi questo pezzo di strada sembra il posto più bello che c’è. Più bello di Saint Tropez.

Più bello di tutto eh. Più bello di Saint Tropez. Più bello di tutto eh. E quando non ci ricordiamo. Le parole alla radio… Un turuturututtu, ci viene voglia di tuffarci nel mondo”. Sottolinei quanto siamo noi a dare forma alla realtà che ci circonda e quanto la giusta compagnia sia capace di rivoluzione lo stato d’animo. Qual è il luogo in cui ti senti “Sembra di essere al mare”?

Wow…grazie davvero è bellissimo sentire queste cose, grazie. L’amore ti cambia, ma penso sempre che lo faccia in positivo. È difficile da controllare ma se lo si ascolta si imparano tante cose. “ Mi sono perso in un momento e non sento niente dentro” si riferisce a quella strana sensazione di vuote che si prova prima di fare il primo passo, che sia per amore o per iniziare una nuova avventura, e come se tutto si svuotasse e non si provasse più nulla e la mente  poi iniziasse pian piano ad immaginare solo cose belle che inconsapevolmente ci fanno innamorare ancora di più. Si sogna ad occhi aperti. Mi piace cercare e trovare il mare negli amici, nella vita quotidiana, nei sorrisi, nella spensieratezza e in un respiro profondo che ti alleggerisce l’animo.

“Il Profumo della notte” è una canzone da brividi e lancia un grande messaggio sociale, “Tornare a ridere, ma senza perdersi in tutto ciò che manca”. Qual è il tuo segreto per ritrovare il sorriso?

Potrebbe sembrare paradossale come cosa ma ciò che mi fa sorridere e proprio il pensare a tutti i momenti belli ormai passati perchè mi danno la forza di credere che ce ne saranno tanti altri in futuro e sopratutto mi ricordano di quanto sia fortunato. Il Profumo della notte parla proprio di tutti i momenti che ci mancano, che affiorano quando ci troviamo distesi su un letto e dalla finestra vediamo in grigiore della città, che un po’ ci mette tristezza. Ripeto tante volte “manca” proprio per marcare il fatto che è in quello che ci manca che si nasconde la felicità che ci strappa un sorriso.

“Tremare” è una canzone magnifica che concede la possibilità di immergersi nel quadro nitido della fine di una relazione d’amore, tra dubbi e rimpianti, “Sai che c’è una parte di me che cerca sempre di andare a ricordare. Noi due in macchina eh…Con le luci spente, le labbra strette, tra le mie parole perse. E mentre il sole tremava lontano, mi fece capire che non c’era nessuno accanto a me”. Ricordare enfatizza ciò che si è vissuto, o è fondamentale per metabolizzare?

È fondamentale per metabolizzare, assolutamente. Come già detto per me la musica aiuta tantissimo a comprendere anche gli errori fatti, a vederli in un certo senso più nitidi e di conseguenza ad accettarli senza trascurarli o tantomeno enfatizzarli.

Qual è il tuo più grande sogno nel cassetto?

Vivere di musica, può sembrare banale e scontato ma è così. Mi piacerebbe vivere più che di musica, a stretto contatto con essa, sempre, in ogni attimo condividendo tanto con altri artisti e riempiendo l’animo di cose meravigliose.

Parteciperesti al Festival di Sanremo?

Bhe sarebbe fantastico, magari ci proviamo per il 2023. Basta crederci…e impegnarsi ahaha

Quando scrivi un brano hai un momento preferito della giornata nel quale sopraggiunge l’ispirazione? Arrivano prima le melodie, il titolo, o il testo?

Non ho un momento preferito, l’ispirazione arriva quando meno te lo aspetti, ti accarezza l’anima …e allora capisci che ti devi fermare per cercare di fissare la magia. Anche per il testo o la melodia vale la stessa cosa, certe volte mentre sto suonando dei giri di accordi casuali le parole bussano e si fanno sentire, altre volte ci sono parole o frasi che sembrano non volersi staccare dal pensiero e allora capisco che hanno bisogno di essere ascoltate e nel mio caso poi cantate.

C’è una canzone che quando l’ascolti pensi che avresti voluto scriverla tu?

Tantissime non solo un. Nella mia playlist “ Leggero” su Spotify ne ho racchiuse tante, prevalentemente inglesi, ne farò una apposta per quelle Italiane, Grignani ha dei testi a mio parare pazzeschi, ma come lui tanti altri.

Hai alle spalle una lunga gavetta, qual è il tuo punto di vista riguardo i talent show? Amici, X Factor, Tú Sí Que Vales, a quale parteciperesti?

Ad oggi non so se parteciperei a questi talent, ho provato qualche anno fa a partecipare ad X-Factor, non sono stato selezionato ma è stata comunque una bellissima esperienza, che comunque mi ha aiutato a crescere.

Hai preso parte al progetto Cartapesta con il brano “Quello che si perde”, straordinario progetto pop che vede la tua collaborazione con Riccardo Diecidue, musicista, e Carlo Banchelli, autore, inoltre nel videoclip ufficiale è presente il campione italiano di salto in alto Gianmarco Tamberi. Com’è nata la vostra cooperazione? Restando in tema di collaborazioni, con chi vorresti lavorare in futuro?

Sì, purtroppo da qualche mese abbiamo deciso di sciogliere il progetto per seguire strade diverse, io volevo concentrarmi maggiormente sul mio progetto che porto avanti da sempre. Con Tamberi è stato divertente e inaspettato, avevo scritto direttamente a lui in chat privata su instagram, e inaspettatamente  mi ha risposto rendendosi sin da subito disponibile. Ci ha fatto un grandissimo regalo, come lui anche Sara Cardin, Enus Mariani e Lorenzo Guslandi. Abbiamo poi unito le forze tra di noi ed è nata sia la canzone che il video di “Quello Che Si Perde”. Sarebbe bellissimo poter collaborare con tanti artisti emergenti e non. Un duetto con Zucchero? magari torno a sognare ahaha.

Qual è il momento della musica che prediligi? Quando la registri, quando la canti dal vivo, o quando ti dedichi all’ascolto?

Tutti e 3 i momenti, potrò sembrare ripetitivo ma davvero amo la musica e tutto quello che la circonda e la rende tale. Qualsiasi momento che includa la presenza della musica per me e qualcosa per cui esserne solo  più grato.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Forse non li conto neanche sul palmo di 2 mani, anzi, senza il forse. Ho sempre mille idee e progetti per la testa, nel 2002 vorrei cercare di concretizzare alcuni tra i quali il rilascio di 2 Ep per poi preparare un Album, mi piacerebbe suonare in tante città Italiane, conoscere belle persone e godermi la vita. Forse un po’ troppo ambizioso? Non sono neanche tutte le cose che vorrei fare ahaha.