Christian Sudano, il nuovo singolo “Peschereccio”, intervista: “la musica non è un qualcosa di aggiuntivo alla mia quotidianità, ma il filtro che ogni giorno mi consente di guardare il mondo”

Christian Sudano

Christian Sudano, cantautore introspettivo e autentico, nato in Sicilia, a Siracusa, vive con fervore il suo amore per la musica.

Le sue canzoni sono delle meravigliose poesie in musica, possiede una vocalità notevolmente particolare fortemente d’impatto, riesce a emozionare e a far riflettere.

In seguito al grande successo ottenuto dal suo disco d’esordio,  “Ma che palle”, uscito il 21 gennaio 2022, Christian Sudano, come promesso, decide di uscire con un nuovo singolo pescato dalla sua raccolta di inediti. “Peschereccio” segna nel panorama musicale indipendente italiano, in cui l’autore si sta facendo spazio grazie alla sua capacità comunicativa, la voglia di prendere posizione nel mondo cantautorale ereditato da grandi artisti come De Gregorio e Dalla.

Il magazine Emozionienozioni ha ospitato Christian Sudano per un’intevista esclusiva ricca di novità e curiosità.

In quale emozione ti rispecchi quando canti?

Le emozioni che provo mentre canto sono molteplici e spesso si susseguono nella stessa canzone come un turbinio incontrollabile. Essendo un cantautore, però, ho il privilegio di poter restare ancorato alle emozioni provate nel momento in cui ho scritto una determinata canzone. Questo è si un privilegio, ma è anche molto difficile: la vita è in continuo mutamento e così le stesse canzoni, che hanno vita propria e costringono ad emozioni differenti ogni qualvolta vengono cantate. Forse è questo che permette di non annoiarsi mai nel cantare sempre le stesse canzoni che ci accompagnano sin da piccoli.

Cosa rasenta la musica nella tua quotidianità?

La musica non rappresenta nulla nella mia quotidianità semplicemente perché è essa stessa la mia quotidianità. Intendo dire che la musica non è un qualcosa di aggiuntivo alla mia quotidianità, ma il filtro che ogni giorno mi consente di guardare il mondo. Per musica, in questo caso, intendo lo sguardo “poetico” – se così si può chiamare – che mi permette di comprendere ciò che vivo e il mondo che mi circonda. Inoltre, in termini pratici, rappresenta la chiave più naturale che ho per esprimermi.

Quando hai scoperto il tuo amore per la musica?

Quello con la musica è un amore che ha sempre vissuto sotto terra nella mia vita e che aveva solo bisogno di tempo per fiorire con vigore. Come un albero necessita di tempo per crescere, allo stesso modo il mio amore nei confronti della musica è cresciuto nel tempo sino a diventare il mio mezzo verso il mondo. Da piccolo ero un semplice fruitore invaghito della musica, poi ne sono diventato un affascinato ammiratore, dopo ancora un appassionato adulatore ed, infine, un folle innamorato.

Quali personaggi hanno determinato maggiormente il tuo background artistico?

Credo che Lucio Dalla, Jovanotti e De Gregori rappresentino le mie più grandi influenze in termini di suoni e scrittura, ma non posso fare a meno di pensare che ogni artista che mi ha accompagnato sia, anche solo in minima parte, presente nella mia musica. Da Cristicchi a Cremonini, da Ligabue a De André: sono debitore a tutti loro.

Quanto la tua meravigliosa Sicilia ha ispirato le tue canzoni?

La Sicilia, senza dubbio, rappresenta in qualche modo un’influenza nella mia musica. Questo si può constatare concretamente nelle frasi in dialetto di Peschereccio o anche in altre canzoni che usciranno in futuro. Credo, però, che la maggior influenza della mia terra stia in un’atmosfera che è difficile da cogliere con i 5 sensi. Provo a fare un esempio. Se ogni giorno vi svegliate con la nebbia e il freddo, non pensate forse che quella sia la normalità?! Allo stesso modo, se è la Sicilia che vi culla ogni giorno non pensereste anche voi che l’aria fresca, il Sole e l’umiltà siano la vita?! La ricerca della pace e della bellezza, scavando al fondo del buio e della sofferenza, sono aspetti tipici tanto della Sicilia quanto della mia musica.

Il tuo nuovo singolo “Peschereccio” è davvero molto peculiare e introspettivo, com’è nato?

Come mi capita spessa, Peschereccio è nata in una manciata di minuti. Era dalla mattina che fischiettavo il motivetto del ritornello e nel pomeriggio, quando mi sono seduto al piano, è  uscita naturale la melodia accompagnata da un semplice giro di Do. Anche il testo è stato scritto in relativamente poco tempo. La sera stessa abbiamo fatto una grigliata a casa di un mio caro amico e in macchina verso la festa ascoltavo già la registrazione della canzone per intero. Credo fortemente al fatto che il tempo perfezioni solamente ciò che spontaneamente esce dalla penna in una manciata di minuti. Le canzoni che nascono così, infatti, sono una necessità di liberazione e per questo, credo, risultano spesso essere introspettive.

Nel tuo nuovo singolo, ti affacci su una tematica notevolmente rilevante, quanto il “Peschereccio” è emblema della forza della vita?

Il peschereccio è un’imbarcazione meravigliosa. Come dico spesso è un’umile imbarcazione con un grande potere: attinge dalla vita e restituisce vita perché serve a pescare il pesce che darà da mangiare a tutti gli uomini. Penso che ognuno di noi, se prende sul serio la propria vita, abbia più o meno questa missione o capacità. Nell’artista questa caratteristica sembra essere molto spiccata, ma in fin dei conti ogni uomo  dovrebbe abitare poeticamente il mondo.

Qual è il motto che sposi assiduamente?

Non so se si possa definire un motto, ma giornalmente torna alla mia mente la frase della pagina iniziale di un libro di Miller che amo e che dice: “Tutta una nuova vita si prospettava dinanzi a me, se soltanto avessi avuto il coraggio di rischiare ogni cosa” e poi continua “Fare il passo fatale, mandare al diavolo ogni prudenza, è di per sé un’emancipazione: il timore delle conseguenze non mi passò mai per la mente”. Ogni volta che penso a queste parole, tutto in me assume nuovo vigore.

Qual è lo scenario ideale per il tuo concerto perfetto?

Questa è facile. Il mio sogno è fare un concerto al teatro greco di Taormina con al seguito una orchestra. Da quando ho visto il concerto di Dalla nello stesso scenario e nelle stesse modalità non riesco ad immaginare qualcosa di più bello. Di certo mi piacerebbe fare lo stesso nel teatro greco della mia città, Siracusa.

Come vivi i social network?

Dipende dai periodi. In certi periodi riesco ad esserne estraneo e ciò mi dona grande serenità. Altre volte mi sento corrotto dal guardare la vita altrui e dal perdere tempo in cose che, effettivamente, non sono di mio interesse. Ovviamente ne colgo il grande potere, sopratutto per ciò che faccio io, ma In generale li vivo con relativo distacco anche se mi piace curarne l’estetica.

Amici di Maria De Filippi, Tú sí que vales, o XFactor? Quale sceglieresti?

È una domanda molto difficile. Non sono certo che la mia personalità e il mio carattere si sposerebbero benissimo con il contesto dei talent show, ma se dovessi scegliere credo che penserai sia ad Amici che ad X-factor.

Con quali artisti gradiresti realizzare un featuring in futuro?

Il mio sogno è collaborare con Jovanotti e De Gregori, ma devo dire che per me sarebbe davvero bello anche lavorare con Fulminacci o Mobrici. Li stimo davvero tanto.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Dopo Peschereccio è in programma l’uscita del mio terzo singolo, che chiuderà una mini trilogia interna a quello che poi sarà il mio primo album. Inoltre, credo sia un buon momento per me per affacciarmi al mondo dei live.

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