Abbiamo avuto l’onore di intervistare Marco Boccuto, un cantautore che, attraverso la sua voce autentica e la profondità dei suoi testi, ha saputo creare un’opera di rara intensità. “Il cielo non cade mai“, il suo disco d’esordio, è un viaggio sonoro che esplora i meandri dell’anima, sfidando le paure e invitando alla speranza. Ogni traccia riflette la sua capacità di trasformare sentimenti complessi in melodie avvolgenti, in cui l’ascoltatore può ritrovare se stesso. Con una produzione impeccabile a cura di Claudio Cupelli e il tocco raffinato del mastering di Giovanni Versari, Boccuto si afferma come una voce unica, capace di navigare tra la malinconia e la resilienza, regalando al pubblico un’esperienza musicale che va ben oltre l’ascolto, fino a divenire riflessione e conforto.
Il tuo nuovo singolo “Il cielo non cade mai” evoca una potente immagine di coraggio e resilienza. Come si collega questa tematica alla tua crescita personale e artistica, e quali esperienze hai vissuto che ti hanno ispirato a scrivere questo brano?
QUANDO AVEVO 5 ANNI PASSAVO I POMERIGGI IN UN CAPANNONE DI MILANO DOVE IL NONNO E GLI ZII STAVANO APRENDO UN RISTORANTE FUTURISTICO. QUELL’ESPERIENZA FU UN FALLIMENTO E UN DANNO ECONOMICO PROFONDISSIMO PER L’INTERA FAMIGLIA. CRESCENDO HO SEMPRE AVUTO LA PARVENZA CHE DALLE CRISI NON SI ESCE MAI. QUESTO FINCHÉ UN AMICO BOCCONIANO MI HA SPIEGATO I SUOI RAGIONAMENTI DURANTE I VARI LOCKDOWN DOVUTI DAL COVID; RAGIONANDO MI ACCORSI CHE LA FAMOSA CRISI DEL ‘29 È UN MOMENTO STUDIATO E RISTUDIATO NEI LIBRI DI SCUOLA, INSEGNANDOCI LA CULTURA DELLA CRISI, PERÓ SOLO GLI ANALISTI OSSERVANO L’ARRICCHIMENTO DEL POST-CRISI. SONO ARRIVATO ALLA CONCLUSIONE CHE SIA UN FATTO CULTURALE L’ATTACCAMENTO AL PANICO, MERITO ANCHE DEI MEDIA, MA CHE IL CIELO NON CADE MAI E CHI LO SA È PIÙ RICCO, CORAGGIOSO, INNAMORATO..
L’immagine dell’uomo elegante con l’ombrello rosso rappresenta una visione molto evocativa della vita. In che modo pensi che questa metafora possa influenzare l’interpretazione del tuo messaggio musicale e come può incoraggiare gli ascoltatori a guardare oltre le difficoltà quotidiane?
NEL 2021 LA MIA VITA HA SUBITO DIVERSI SCOSSONI TRA LOCKDOWN ED EVENTI PRIVATI E PROFESSIONALI. UNA NOTTE HO SOGNATO ONIRICAMENTE UN AMBIENTE TOTALMENTE NERO CON UN UOMO VESTITO DI BIANCO CHE CORREVA DRITTO NELLA MIA DIREZIONE, DANDOMI UNA SPALLATA E CONTINUANDO A CORRERE OLTRE ME. QUALCUNO INTERPRETÓ CHE QUELLA FIGURA FOSSI IO CHE DOVEVO ANDARE DRITTO E SOLAMENTE AVANTI NONOSTANTE TUTTE LE DIFFICOLTÀ. LA MIA MUSICA È LE MIE CANZONI IN FIN DEI CONTI SONO SEMPLICEMENTE QUESTO: IO CHE CONTINUO A SOGNARE UN FUTURO MIGLIORE..
La combinazione di pianoforte e chitarra elettrica nell’arrangiamento crea un contrasto emotivo affascinante. Puoi parlarci del processo creativo che ha portato a questa scelta sonora e di come hai lavorato con Claudio Cupelli per dare vita a questa ballata rock?
KUPO HA SUBITO CAPITO E SOSTENUTO LA CANZONE, PENSO CHE COLLABORARE CON QUALCUNO CHE CI METTE IL 100% E PARTE DI SÈ NON SIA DA SOTTOVALUTARE. RINGRAZIERÒ PER SEMPRE KUPO PER IL SUONO DI CHITARRA ELETTRICA CHE APRE IL RITORNELLO, UNA FIRMA GRAFFIANTE E UNA SCELTA STILISTICAMENTE PERFETTA PER FARE DEEP POP
Il vostro progetto “Concerto al buio” è un’iniziativa davvero unica che dimostra la vostra attenzione per l’esperienza sensoriale nell’ascolto musicale. Come quest’idea ha influenzato il tuo approccio alla musica e alla creazione di esperienze coinvolgenti per il pubblico?
L’ESPERIENZA AL BUIO PREVEDE L’ASSENZA DEL VISIVO MA SOPRATTUTTO UNA MAGGIORE EMOTIVITÀ CHE PASSA DALL’UDITIVO. OGGI IL PUBBLICO È ANNEBBIATO DALLA VOCE PERFETTA SUL VOCALIZZO IN ACUTO MA PER ME VIGE SEMPRE LA REGOLA DELL’IMPERFEZIONE E FIDATEVI SE VENITE A SENTIRMI AL BUIO OGNI ERRORE SARÀ EMOZIONE.
Progetti futuri?
SCRIVERE LA MIGLIORE CANZONE MAI SCRITTA