Biancospino, dal live con Fulminacci, Canova e Gazzelle al nuovo singolo “Storia D’Umore”: “quest’estate sarà un’estate all’insegna del live”

Biancospino

Biancospino, il suo vero nome all’anagrafe è Letizia Maria Antonia Vaccariello, cantautrice e musicista, nata a Barletta, ritorna con un nuovo singolo, intitolato “Storia D’Umore“, a più di due anni di distanza dalla sua ultima apparizione live, avvenuta nel 2019 per Villa Ada Incontro il Mondo, in apertura a Fulminacci, Canova e Gazzelle, per Maciste Dischi.

Il nuovo singolo di Biancospino vede la collaborazione di molteplici artigiani della musica italiana: il brano è stato arrangiato, mixato e masterizzato da Gianni Colonna del Kuore Nero Production di Foggia; le voci sono state registrate presso LF Studio Recording di

Lorenzo Fiorentino, a Viareggio; mentre la preparazione vocale è stata curata da Maria Pia Pizzolla. Il videoclip ufficiale del singolo “Storia D’Umore” è disponibile sul canale YouTube di Biancospino, le riprese sono state interamente girate a Pisa, il video descrive il dualismo tra come siamo e come vorremmo essere, da soli e con gli altri e quanto la nostra zona di comfort spesso aiuti a confondere le idee. Ci sono ambientazioni punk 77 e si punta tutto sulla figura della protagonista che appare in prima persona nelle vesti delle due personalità. Le riprese sono di Fabiana Di Baldassarre e il montaggio di Gianni Colonna.

Abbiamo raggiunto Biancospino, nel corso dell’intervista si è raccontata senza filtri, ha parlato del suo nuovo singolo indie pop “Storia d’umore” e non solo.

Com’è iniziato il tuo amore per la musica?

È una storia molto tenera. Ricordo che alle elementari inventavo delle canzoni da far sentire a Luna, il cane della vicina di casa di mio nonno paterno. A casa invece imparavo a memoria le canzoni dei cartoni animati o della Disney, e quelle che ascoltava mia madre: era ed è una patita di Mango e Zucchero. La mia prima esibizione invece è stata a 4 anni, cantando “44 gatti”. A malapena pronunciavo le parole, mangiandomi le sillabe, ma sapevo che volevo cantare.

Biancospino

Biancospino, qual è la genesi del tuo nome d’arte?

Mi sono sempre piaciuti gli opposti, specialmente quando riescono a convivere. Speravo di riuscire a trovare un nome che potesse contenere anche le mie contraddizioni e cercando mi sono imbattuta in Biancospino. È stata come una folgorazione, mentre lavoravo ad una canzone. L’emozione che provai mi fece capire che era quello il nome giusto per me. Solo dopo scoprii che il biancospino è un fiore usato in omeopatia per curare disturbi del cuore come insufficienza cardiaca, aritmie, palpitazioni e angina pectoris, oltre ad essere impiegato come rimedio contro sensazioni d’ansia e stress. Quindi avevo trovato un nome che mi avrebbe idealmente curata “dalle malattie e dai miei sbalzi di umore”, citando Battiato. La speranza è che le mie canzoni possano fare lo stesso con e per il cuore degli altri.

Quanto la musica ti consente ogni giorno di accendere i sogni?

Più che accendere i miei sogni, direi che accende la mia vita e come un cero mi guida nel labirinto dei miei limiti, facendomi vedere per quello che sono: solo parentesi momentanee.

Quanto sono autobiografici i tuoi brani?

Ti rispondo con una citazione di Nanni Moretti, nel film Sogni d’oro (1981): “non parlo di cose che non conosco”. Quindi oltre a non parlare di cose che non mi hanno direttamente attraversata, molte spesso è proprio l’atto di scrivere che mi porta a prendere consapevolezza di cosa e quanto realmente conosco e cosa ancora mi è inaccessibile.

Qual è la canzone del passato che desideri tenere con te per il futuro?

Anche se riguarda un passato relativamente vicino, ti dico “per sempre e poi basta” di Renzo Rubino: “E ogni volta che suonerò questa nota. È un sì. Sarai vicino a me”. Bellissima.

Qual è il motto che sposi più frequentemente?

Questa è una storia buffa. Il motto che seguo, e che ho scoperto rispecchiarmi fedelmente, l’ho letto per la prima volta nel segnalibro di un libro di Tolstoj, che mi fu fatto recapitare qualche anno fa. Non c’era il mittente ma solo il destinatario. Sul segnalibro c’era scritto: “ Senza fretta, ma senza tregua” Buon compleanno Letizia. Tutt’ora non ho scoperto chi me lo abbia spedito ma quella frase è diventata il mio mantra.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sto lavorando per due spettacoli musicali, uno con un’artista toscana e l’altro con una band pugliese. Quest’estate quindi sarà un’estate all’insegna del live e delle prime volte. Porterò in giro la mia musica e altre canzoni prenderanno il volo. Il progetto più ambizioso però resta sempre lo stesso: fare musica che mi piace e mi rende felice.

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