Asja Cresci, da “The Voice Of Italy” al nuovo singolo, intervista: dal 4 Marzo “L’Arte Di Procrastinare”

Asja Cresci

Asja Cresci, semplicemente Asja, una cantautrice diretta e fortemente d’impatto, studia a Roma, presso Saint Louis Collage of Music.

La cantautrice, Asja Cresci, ha partecipato a “The Voice Of Italy“, spiccando per il suo notevole talento.

Con originalità e spontaneità si contraddistingue in modo deciso, è una delle voci femminili più intense dell’attuale panorama musicale.
Il magazine Emozionienozioni ha ospitato Asja Cresci per un’esclusiva intervista in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “L’Arte Di Procrastinare”.

Il tuo nuovo singolo “L’Arte Del Procrastinare” uscirà il 4 Marzo, qual è la genesi del brano?

L’Arte del Procrastinare è la sintesi perfetta della mia concezione spazio temporale, nasce nel peggiore dei periodi. Eravamo in piena pandemia e l’unica lancetta alla quale ho deciso di attaccarmi era proprio la mia musica. Nasce da sensazioni contrastanti, da un bisogno di spiegare la difficoltà umana e sociale che ha caratterizzato gli ultimi due anni della mia vita. Ho cercato di dare vita ad un qualcosa in un periodo in cui ricevevamo solo notizie funeste, un bisogno di ritornare alla vita sfuggendo alla morte.

Hai affermato “se rimandare è un difetto, procrastinare è un’arte”, qual è la tua chiave segreta per vivere al meglio lo scorrere del tempo?

E’ quello che in realtà affermo un po’ da tutta una vita. Io non sono preoccupata dello scorrere del tempo, ho più paura che non scorra in realtà. Lo vivo come un flusso naturale che mi trasmuta ogni giorno nella versione migliore di me.. ed io “mi lascio scorrere” con lui. Non ci resto troppo attaccata.

A “The Voice Of Italy”, il tuo talento ha egemonizzato gli spettatori e i giudici. Cristina Scabbia, dei Lacuna Coil, ha creduto in te fin dal primo ascolto. Com’è stato lavorare con un’artista del suo calibro?

E’ stata una vera esperienza di vita. Lei e Dani Macchi (il mio vocal coach a the Voice) sono state le prime persone che hanno creduto nella mia arte ed io gliene sar  sempre grata. Ho inciso sulla pelle le ultime parole della lettera che mi scrisse Cristina alla fine della mia esperienza: “Buon tutto bellissimo folletto”. E da lì ho cominciato la mia prima vera vita.

Quanto sono biografici i testi delle tue canzoni?

Sono tutti estremamente biografici i testi che scrivo, non riuscirei a parlare di cose che non provo, di situazioni che non vivo. L’estraneazione da me stessa, in generale, non mi appartiene. 

Quanto credi che la pandemia abbia trasmutato il panorama musicale?

Credo che abbia trasmutato forse la parte relativa al mercato musicale; che sicuramente abbia penalizzato molti artisti, sopratutto emergenti, che hanno la necessità di farsi conoscere dal pubblico e di prendere vita ed ispirazioni da questi contesti. Dall’altra credo che, ci abbia costretti, a confrontarci con noi stessi, chiusi nelle nostre stanze, con i pensieri e gli strumenti. Ci saranno stati tanti flussi di coscienza che arieggiavano. Scherzi a parte, io ho cercato di coglierne il buono trasformando un momento di non produttività per cause di forza maggiore in un periodo utile per la produzione e l’ascolto.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Ho in “cantiere” l’uscita di altri inediti. Il sogno sarebbe quello di far uscire un album ricco di contaminazioni di vari stili e generi, una Asja 2.0; vediamo il flusso degli eventi dove ci porterà.. per adesso mi lascio trasportare dalla mia arte del procrastinare

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