ASA’S MEZZANINE: la potenza evocativa di “Janara” – intervista

ASA’S MEZZANINE: la potenza evocativa di "Janara" - intervista

Nel panorama musicale contemporaneo, gli Asa’s Mezzanine emergono come una forza innovativa e magnetica, unendo in maniera impeccabile il rigore compositivo alla libertà creativa. La loro musica è un viaggio intenso tra art rock, stoner, metal e progressive, capace di trasportare l’ascoltatore in un mondo sospeso tra quiete e tempesta.

Con il loro nuovo singolo “Janara” , gli Asa’s Mezzanine esplorano un universo sonoro e simbolico ispirato alle antiche figure spettrali. Il brano, intriso di energia primordiale, si snoda attraverso poliritmie incalzanti e intrecci strumentali che evocano un equilibrio precario tra luce e tenebra. È un’esperienza che non si limita all’ascolto, ma diventa una vera e propria immersione nell’inconscio collettivo.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare questa straordinaria band, addentrandoci nei significati profondi di “Janara” e scoprendo come questa creazione musicale si collochi nel più ampio progetto del loro prossimo album “Rest And Fight” . Un confronto che ci ha permesso di cogliere le sfumature di una ricerca artistica che si fa rito e introspezione, dando voce al battito interiore che accoglie ogni essere umano.

“Janara” si immerge in un affascinante gioco di ombre e luci, evocando antiche figure spettrali e una forza primordiale. Cosa rappresenta per voi questa figura e come avete trasferito questa potente immagine nell’architettura sonora del brano?

Janara è una delle streghe della tradizione Beneventana, terra che ospita il Monolith Recording Studio dove abbiamo registrato il nostro secondo album, Rest And Fight. Janara è una strega ambivalente, che può soffocarti nel sonno oppure proteggere la tua famiglia per sette generazioni se catturata. Questa ambivalenza si ritrova anche nella costruzione del brano, che presenta un crescendo sempre più impetuoso e graffiante ma sul finale dà spazio alla calma e alla dolcezza, lasciando senza fiato.

Il vostro sound è un’intensa fusione di art rock, stoner, metal e progressive, un equilibrio tra quiete e tempesta che risuona come un viaggio emotivo e profondo. In che modo questa ricchezza di influenze musicali contribuisce a dare vita all’identità degli Asa’s Mezzanine?

La nostra identità si fonda proprio su questo, su un gioco tra numerose influenze diverse, che hanno caratterizzato la crescita di ogni componente della band. La nostra sfida è quella di mettere insieme tutti questi ascolti per dare forma a qualcosa di diverso, ad un sound che sentiamo come nostro, senza vincoli, lasciando spazio ad ognuno di mettere in campo le proprie esperienze e il proprio percorso musicale.

Il videoclip di “Janara” è una danza visiva tra oscurità e bagliori, un rito sonoro che trascina l’ascoltatore in un mondo crudo e viscerale. Quali sono stati i principali riferimenti visivi e simbolici per creare un’atmosfera così intensa e immersiva?

L’atmosfera di Janara origina dall’intimità della nostra sala prove, dove la musica nasce e si nasconde tra luci e ombre e si presenta nuda e senza veli all’ascoltatore. Con questo videoclip volevamo che lo spettatore si sentisse parte del nostro mondo, tentando di trasferire in forma visiva ciò che cerchiamo di esprimere in musica. Le scelte che abbiamo fatto sono quindi servite a rappresentare la nostra libertà espressiva in un continuo gioco di contrasti.

La poliritmica e gli intrecci strumentali presenti in “Janara” sembrano quasi riflettere un battito interiore, un viaggio tra razionalità e istinto. Quanto è importante per voi lasciare che la spontaneità e l’energia pura guidino il processo creativo?

E’ fondamentale. Senza spontaneità non esiste per noi processo creativo. Tutto nasce dall’improvvisazione, dal gioco, dalla libertà espressiva di ognuno. E’ così che i nostri brani prendono forma, durante momenti di confronto in sala prove. Janara è nata proprio così, da un esperimento originato dalla ripetitività quasi matematica dell’arpeggiatore, unito a ritmi tribali e sonorità liberatorie.

Con “Janara”, avete dato forma a un equilibrio precario tra luce e tenebra, un percorso che esplora l’inconscio. Come si inserisce questo singolo nel vostro prossimo album “Rest And Fight” e in che modo il progetto complessivo amplifica questo viaggio tra suono e introspezione?

Janara anticipa e rappresenta l’intero racconto di Rest And Fight (in uscita il 14 Gennaio 2025 per Overdub Recordings) come fosse la copertina di un libro, fatto di contraddizioni e contrasti, di equilibri instabili, di sonorità esplosive e riflessive. Un percorso che nasce dalle nostre diversità per trovare un punto in comune, fatto di infinite sfumature e sensazioni talvolta opposte ma complementari.

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